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Legge elettorale. Di Maio (M5S) apre al PD che risponde: firmatelo o niente incontro

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Il vicepresidente della Camera, Di Maio (M5S), apre al PD dichiarandosi in accordo per 8 temi su 10 e costringendo di fatto il partito di maggioranza ad una nuova riunione con il Movimento di Grillo.
In una intervista al Corriere della Sera, Di Maio riflette sull’incontro del premier Renzi con i 5 Stelle e dice: “Ci andremo consapevoli di essere davanti a una opportunità storica per cambiare l’Italia”.
“Porteremo una proposta che modifica il ‘democratellum’- prosegue Di Maio – e sarà una svolta che non potranno rifiutare”. Quanto al doppio turno e al premio di maggioranza, gli altri due punti Di Maio dichiara “non siamo contrari a prescindere”. Apertura anche sull’estensione dei collegi ma nessun cedimento sul Senato elettivo:”Non vogliamo un Senato di nominati”. Tutto fa pensare dunque ad una possibilità di accordo tra M5S e PD che potrebbe far cadere definitivamente l’accordo dei Democratici con Forza Italia (accordo del Nazareno) aprendo così il voto dei grillini anche ad altre riforme.

E invece niente di tutto questo. Non è bastata l’apertura di Di Maio ad 8 punti su 10 per un nuovo incontro con Renzi e i suoi. Il PD ha chiesto che le aperture siano documentate per iscritto “Altrimenti c’è il rischio che l’incontro (previsto lunedì alle 15) sia inutile” e dunque rinviato sine die. C’è chi vede in questo una pressione dei berlusconiani che difendono il senato non eletto. Ma anche all’interno del PD e del NCD di Alfano sembra che ci siano voci “dissidenti” al senato non elettivo.

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I ragazzi di Grillo dal canto loro possono giocare una carta strategica preziosa: metterlo per iscritto. Quale la vera intenzione di Renzi? Mantenere i patti con Berlusconi o aprire al M5S e iniziare a cambiare completamente baricentro della maggioranza? Quale la strategia del partito di Alfano che potrebbe vedere i propri numeri oggi indispensabili per la maggioranza diventare all’improvviso di troppo? Le prossime ore, la prossima settimana che si apre in queste ore sarà decisiva per le riforme e per la legge elettorale da troppi anni promessa e che ancora di fatto non ha visto la luce.

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