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Teatro Monza. Il gentiluomo – Debutta la nuova produzione della Compagnia Teatro Binario 7

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Una giostra di intrecci che attinge alla grande tradizione della commedia dell’arte, attualizzandone canoni e ritmi

In scena le vicende del veneziano Pantalone, mercante borghese che tenta disperatamente di accedere a un qualsiasi titolo nobiliare. È disposto a spendere un capitale in corsi di recitazione, danza e canto per sembrare un nobile agli occhi della bella Marchesa di cui è innamorato e con cui spera di sposarsi per elevarsi di classe sociale. Ma la Marchesa, ignara del suo amore, è invece invaghita del Conte Dorante, che sfrutta Pantalone per scopi poco chiari: maestro del raggiro, Dorante riesce a spillare a Pantalone denaro e regali per poi, prontamente, offrirli alla Marchesa. La figlia di Pantalone, Lucilla, è follemente innamorata di un giovane di buona famiglia, ma non nobile: motivo per cui Pantalone vuole farla sposare con il Conte per accedere, finalmente, all’ambito titolo nobiliare. Intanto, per rimediare ai pasticci dei loro padroni, Arlecchino e Colombina finiscono per combinarne di tutti i colori.

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NOTE DI DRAMMATURGIA

Partendo da IlBorghese Gentiluomo di Molière, abbiamo riscritto e allestito uno spettacolo che potesse attingere dalla grande tradizione della Commedia e, al tempo stesso, attualizzare i canoni e i giochi delle maschere, i ritmi e le citazioni linguistiche. Utilizzando una scena scarna, fatta di geometrie e incroci scenici, abbiamo ridotto lo spettacolo alla sua essenza. Le maschere di Pantalone, Arlecchino, Colombina e degli innamorati sono diventati il pretesto per svelare la magia dei ruoli e dei travestimenti scenici. Tutto è dichiarato in questo spettacolo e l’attore, nella sua costante presenza (o prigionia), è scenografia, è oratore, è azione in quinta, è dinamica e ascolto, è esecuzione della partitura testuale e destrezza nell’improvvisazione.

La storia è semplice e al tempo stesso assoluta, fatta di grandi sentimenti e piccoli uomini, di avidità e gelosie, di amori contrastati, di inganni e sottili sotterfugi. Una giostra di intrecci per uno spettacolo vivo e pulsante, di gioco nel gioco, di teatro nel teatro, che vuole far sorridere gli attori insieme al pubblico delle nostre proiezioni, delle nostre equivoche ambizioni sociali.

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