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A ciascuna le sue labbra: alla ‘russa’, ‘glow’, di ‘velluto’. Purchè non ‘a canotto’

Emanuele Bartoletti, presidente della Società Italiana di Medicina Estetica SIME
Emanuele Bartoletti, presidente della Società Italiana di Medicina Estetica SIME
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Tante le tecniche presentate al Congresso della SIME per la correzione delle labbra, ma il messaggio fondamentale è quello di affidarsi al parere del Medico perché devono essere in armonia con il resto del volto. No alle correizoni ‘on demand’ dunque. I medici preparati sanno dire di ‘no’

L’esercito delle Millennials (donne nella fascia tra i 25 e i 40 anni) è diventato ospite abituale degli studi di medicina estetica per sottoporsi a terapie non solo correttive ma anche preventive. Tanti i ‘desiderata’ espressi al medico estetico, dai trattamenti ‘preventivi’ anti-aging, all’effetto glow della cute. Ma le protagoniste assolute in questa fascia d’età sono le labbra. Spesso basta un ‘lip refresh’ per essere al passo dei tempi, ma le labbra sottili, anche tra i giovani, sono decisamente out. Come d’altronde sono tramontate, e persino ‘bannate ‘dai guru dei social, le labbra a canotto (o ‘duck lip’ degli americani); l’ideale di bellezza si è spostato oggi su labbra sensuali, ma dall’aspetto più naturale, nelle varie declinazioni delle Russian lips (le labbra ‘a cuore’ come quelle delle Matrioske russe, tanto amate dalle celebrities e ottenute con una tecnica di iniezione del filler che ridefinisce l’arco di Cupido), delle labbra di ‘velluto’ (filler all’acido ialuronico, iniettato con microsiringhe attraverso iniezioni verticali – abstract Emanuela Di Lella) o delle labbra ad effetto ‘glow’ ottenute attraverso una tecnica combinata di filler dermico a base di acido ialuronico e di un complesso biorivitalizzante costituito da acido ialuronico non reticolato, vitamine e oligoelementi (abstract Roberta Fassari). Tra gli approcci innovativi spuntano le cosiddette ‘labbra di ghiaccio’ (ice-lips) (Fabrizio Chirico, abstract 248); la procedura consiste nell’associare una crioterapia locoregionale con vapori di ossido nitrico a basse temperature, all’iniezione del filler; la tecnica permette di ridurre il gonfiore post-procedura, aumentare il grado di soddisfazione della paziente per il risultato e soprattutto di limitare il dolore della procedura. Per chi è un po’ più avanti con gli anni e alle prese con il ‘codice a barre’ (le rughette verticali che incoronano il labbro superiore soprattutto nelle fumatrici) una nuova proposta viene da un nuovo filler dinamico funzionale a base di acido ialuronico ad alto peso molecolare e peptidi biomimetici, cross-linkato con il PEGDE che distende efficacemente il piano cutaneo e riduce la contrattilità che porta alla formazione del bar-code. È molto adatto per la correzione delle aree dinamiche e dà un risultato naturale senza cadere nell’ipervolumizzazione (abstract Oriana Maschio).

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“Attenzione però: le labbra sono troppo spesso state oggetto di correzioni eccessive e inadeguate – sottolinea il presidente della SIME Emanuele Bartoletti – Devono essere in armonia con il resto del volto. Molte tecniche presentate al congresso sono basate su esperienze personali che non hanno ancora avuto una validazione dalla comunità scientifica internazionale. A questo servono i congressi: a confrontarsi con il mondo clinico e migliorare le propprie intuizioni terapeutiche. Le labbra a cuore o grandi non stanno bene su tutti i volti. Se non in armonia col resto del viso sono ridicole. Affidiamoci ad un medico estetico preparato e ascoltiamolo se ci dice NO”.

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