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Asset allocation: azionario vicino ai massimi di 12 mesi, forte risalita per i rendimenti obbligazionari

Fabrizio Santin, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management
Fabrizio Santin, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management
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A cura di Fabrizio Santin, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management

12.06.2023

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  • La nostra lettura è che la Fed sia stata sino ad ora soddisfatta del percorso di rientro dei dati sull’inflazione, ma che la forza del mercato del lavoro la induca a mantenere condizioni restrittive a lungo
  • Vediamo un’accelerazione delle emissioni in USA, che saranno concentrate sulla parte a breve della curva con emissioni di Bill stimate in prossimità dei 1000 miliardi di dollari entro fine anno. Questo potrebbe provocare un’ulteriore risalita dei rendimenti a breve
  • In Cina ed in Europa sono evidenti rallentamenti in diversi componenti, come i settori costruzioni, consumi, retail e la componente manifatturiera degli indici PMI, mentre in generale la componente servizi continua ad essere solida

I principali listini azionari hanno mantenuto un buon comportamento a maggio, in prossimità dei massimi relativi a 12 mesi. L’eccezione positiva continua a essere rappresentata dall’indice Nasdaq, con guadagni sopra i 30 punti percentuali da inizio anno, legati soprattutto alle large cap della tecnologia e al tema dell’intelligenza artificiale. La crisi delle banche regionali statunitensi, dopo l’episodio di marzo, continua a riassorbirsi.

Nonostante gli standard creditizi siano più stringenti, sia negli Stati Uniti che in Europa, l’effetto contagio sembra essere stato contenuto. I rendimenti obbligazionari segnano una forte risalita intorno al mezzo punto percentuale, soprattutto negli Stati Uniti, a causa dei commenti da falco di diversi componenti del board della Fed. 

La nostra lettura è che la Fed sia stata sino ad ora soddisfatta del percorso di rientro dei dati sull’inflazione, ma che la forza del mercato del lavoro la induca a mantenere condizioni restrittive a lungo. Il rialzo aggiuntivo di 25 punti base, prezzato ora dai mercati entro i prossimi due mesi, resta a nostro giudizio incerto e più il frutto della retorica della Fed per rimuovere le aspettative di taglio dei tassi per l’anno in corso. 

Sul fronte delle emissioni, una volta risolta la saga sul tetto al debito federale USA che il Tesoro può emettere, vi sarà un’accelerazione delle emissioni, che saranno concentrate sulla parte a breve della curva con emissioni di Bill stimate in prossimità dei 1000 miliardi di dollari entro fine anno. Questo potrebbe provocare un’ulteriore risalita dei rendimenti a breve, ma con una portata più contenuta rispetto agli episodi osservati nel 2022. Nel complesso l’evoluzione macroeconomica è contrastata. 

In Cina ed in Europa sono evidenti rallentamenti in diversi componenti, come i settori costruzioni, consumi, retail e la componente manifatturiera degli indici PMI, mentre in generale la componente servizi continua ad essere solida.

Segnaliamo, inoltre, come finalmente i dati sull’inflazione europea pubblicati a fine maggio vadano nella giusta direzione. Per questo motivo riteniamo difficile che la BCE possa fare molto di più rispetto ai 50 punti base di rialzi ulteriori già attesi dal mercato.

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