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AcomeA SGR – Fed, una decisione già prezzata dai mercati. Quali le prossime mosse?

Martina Daga, junior macro economist di AcomeA SGR
Martina Daga, junior macro economist di AcomeA SGR
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A cura di Martina Daga, Junior Macro Economist, AcomeA SGR

Durante l’ultimo meeting di politica monetaria la Fed ha deciso all’unanimità di aumentare il target range dei fed funds di 25 bp, portandolo così a 5.25% – 5.50%.Dopo una pausa in occasione della riunione di politica monetaria di metà giugno, la Fed ha ripreso con il ciclo dei rialzi portando il totale degli aumenti da marzo 2022 ad oggi a 525 bp.

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La decisione di riprendere con i rialzi era sostanzialmente prezzata dal mercato, in quanto già nella riunione di politica monetaria di giugno era stata chiaramente indicata la possibilità di ulteriori aumenti con la mediana delle proiezioni macroeconomiche di giugno, i dots, che proiettano i Fed Funds Rate al 5.60% a fine anno. Inoltre, i membri del board da giugno ad oggi hanno sempre mantenuto un tono piuttosto hawkish, puntando a un rialzo a luglio.

Se questa decisione era sostanzialmente nelle attese, ci si chiede invece quali saranno le prossime mosse della Fed. Il comunicato stampa è rimasto sostanzialmente invariato rispetto a giugno, lasciando la strada aperta ad ulteriori rialzi, qualora fossero necessari. Durante la conferenza stampa è stato chiarito che non è ancora stata presa alcuna decisione riguardo ai meeting successivi che saranno guidati dai prossimi dati.

La Fed lascia che le prossime mosse di politica monetaria siano guidate da un approccio data dependent, cosa ci dicono allora i dati macroeconomici? Il dato di inflazione del mese di giugno ha stupito le aspettative al ribasso, e il momentum rallenta non solo a livello di inflazione headline, ma anche guardando alle componenti meno volatili dell’inflazione core e supercore. Gli ultimi dati di crescita delle attività hanno dimostrano che l’economia è più resiliente delle attese (la crescita è stata upgraded nel comunicato stampa della Fed da “modest” a “moderate”) e che il mercato del lavoro sta sì perdendo forza di crescita, ma rimane ancora molto forte con un sostanziale squilibrio tra domanda di lavoratori e offerta: a maggio (ultimo dato disponibile) in US erano 1.6 le nuove offerte di lavoro per ciascun disoccupato.

Da guardare con attenzione saranno le proiezioni macroeconomiche dei membri del FOMC di settembre che daranno un’indicazione più precisa sul terminal rate considerato appropriato e sul tempo necessario durante il quale i tassi dovranno rimanere in territorio restrittivo. Siamo infatti alle battute finali del ciclo dei rialzi, con il processo di disinflazione che sta procedendo, seppur lentamente. Le attività economiche resilienti e il mercato del lavoro ancora molto forte pongono dubbi sul fatto che l’inflazione possa convergere stabilmente verso il target. In questo contesto le prossime mosse sono tutt’altro che scontate.

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