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Miriam D’Ambrosio – Intervista

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È disponibile in tutte le librerie e negli store online “Folisca” (Arkadia), il nuovo romanzo della scrittrice Miriam D’Ambrosio, che racconta la storia della giovanissima Rosetta Andrezzi, che venne uccisa in una notte d’estate del 1913 in piazza Vetra a Milano.

Cosa ti spinge a scrivere romanzi basati su eventi storici o personaggi storici? Qual è l’aspetto più affascinante di questa modalità di narrazione per te?

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L’aspetto affascinante delle storie realmente accadute e di persone realmente esistite, che diventano personaggi attraverso la scrittura, è la loro attualità; l’animo umano, nel bene e nel male, è sempre lo stesso con le sue pulsioni, passioni, bellezza e abisso. 

“Folisca” è un romanzo storico basato su eventi reali. Quali sono state le sfide principali nel bilanciare la narrativa con la fedeltà storica mentre scrivevi il romanzo?

La sfida è stata creare una vita attorno a quella morte di cui sappiamo abbastanza grazie a Leonardo Sciascia che, negli anni Ottanta, si interessò al caso di Rosetta e ne ricostruì la dinamica attraverso testimonianze dell’epoca. Per il resto, della vita della giovanissima Andrezzi si conosce poco ma, partendo da scarsi dati certi, si ha la possibilità di immaginare un mondo, un mondo possibile, credibile, nel rispetto del tempo e del luogo.

La protagonista, Rosetta, è una figura affascinante e complessa. Come hai sviluppato il suo personaggio e quali elementi della sua personalità o della sua storia hai trovato più interessanti da esplorare?

Rosetta è una diciassettenne piena di talento che studia canto, debutta e non si risparmia, pur di lasciare per sempre quello squallore che aveva accompagnato la prima parte della sua breve esistenza. Vuole emergere, vuole lavorare onestamente, fare l’artista, vivere di un mestiere che ama e che la rende libera. Il desiderio di libertà, di autonomia, la sua innocenza di fondo, la determinazione,  la dolcezza che non rinnega mai il mondo da cui proviene e la forza con cui cerca di conciliare il passato recente e il presente che nasce e la rende nuova: sono aspetti che ho amato e amo.

“Folisca” affronta il tema della lotta per i diritti delle persone comuni in un’epoca di disuguaglianza. Quali paralleli vedi tra il contesto storico del romanzo e le sfide sociali attuali?

Sono passati centodieci anni dalla morte di Rosetta, quasi centoundici. Le distanze sociali continuano ad esserci così come i femminicidi, gli abusi di potere, i pestaggi. “Il cane morde lo stracciato”, dice un proverbio antico del centro Italia ed equivale a dire che a pagare sono quelli considerati gli ultimi della fila, quelli a cui viene tolto il diritto di sperare in una vita diversa. Le disuguaglianze sociali caratterizzeranno sempre l’umanità: quello che si può fare è non accettare passivamente che sia così e pacificamente combattere.

Il margine mi interessa da sempre e dare voce a chi non l’ha avuta e non ha ottenuto umana giustizia, per me, è atto dovuto, necessità.

Cosa possiamo aspettarci da te in futuro? Hai progetti letterari in corso o nuovi romanzi che stai sviluppando?

Un progetto esiste ma non so fino a quando rimarrà tale. Ammesso che si sviluppi, non è in un futuro immediato, almeno non credo. Il tema sociale è sempre dominante e lo sarà anche la prossima volta.

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