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Moda. Unimpresa, La rivoluzione green minaccia il made in Italy: un vantaggio per chi copia

Le nuove regole e la burocrazia stanno soffocando il settore moda italiano, favorendo la concorrenza straniera.

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La rivoluzione green: opportunità o minaccia?

La transizione verso una produzione sostenibile, seppur necessaria, sta creando nuove sfide per il settore moda italiano. Le microimprese del made in Italy si trovano a dover affrontare costi insostenibili per adeguarsi a regole sempre più stringenti. Secondo Unimpresa, mentre le grandi multinazionali beneficiano di queste normative, le piccole realtà artigianali vengono schiacciate, con il rischio che i loro prodotti vengano copiati in massa da Paesi come Cina, India, Indonesia e Vietnam.

La burocrazia: un freno alla creatività italiana

Oltre alle sfide legate alla sostenibilità, il settore moda italiano si scontra con una crescente burocratizzazione. Nuove normative e controlli sistematici rischiano di soffocare la creatività e l’innovazione che hanno sempre caratterizzato il made in Italy. La presidente di Unimpresa Moda, Margherita de Cles, ha sottolineato come gli artigiani italiani siano costretti a dedicare tempo ed energie a rispettare regole spesso inefficaci, a discapito della loro capacità produttiva.

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Una chiamata all’azione: semplificare per competere

Unimpresa chiede una riflessione profonda sulla direzione che sta prendendo il settore. È necessario alleggerire il carico burocratico per permettere alle aziende italiane di concentrarsi su ciò che sanno fare meglio: creare e innovare. Solo così sarà possibile proteggere e valorizzare il vero made in Italy, rendendolo competitivo a livello globale.

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