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Tumori urologici: c’è bisogno di multidisciplinarietà

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Bologna, 19 settembre 2014 – Le società scientifiche SIUrO (Società Italiana di Urologia Oncologica), AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e AIRO (Associazione Italiana Radioterapia Oncologica) si sono riunite a Palermo per il Congresso dal titolo “La Multidisciplinarietà nei Tumori Urologici”, in cui hanno discusso dell’importanza di un approccio integrato tra urologi, oncologi, radio-oncologi, anatomopatologi e ricercatori di base in tutte le fasi di cura dei tumori delle vie urinarie.

In linea con la mission SIUrO, il Congresso – nato sotto l’egida dell’Università di Palermo e presieduto da Antonio Russo, Direttore della Sezione di Oncologia Medica e da Vincenzo Serretta, Professore Associato di Urologia – ha riunito specialisti provenienti da tutta Italia e dall’estero: Palermo, Reggio Calabria, Catanzaro, Napoli, Roma, Bologna, Como, Genova, Milano, Anversa e Parigi.

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Gli specialisti si sono confrontati sui percorsi clinico-assistenziali che occorre mantenere per un vero approccio multidisciplinare al paziente oncologico, percorsi che nascono dai laboratori e dalla ricerca di base per giungere alla gestione del long-survivor, ovvero del paziente “guarito da tumore”.

Negli ultimi decenni, infatti, la patologia neoplastica genito-urinaria si è prepotentemente imposta all’attenzione dell’opinione pubblica per la sua elevata incidenza e morbilità. Per questo motivo la “diagnosi precoce” è divenuta una parola d’ordine e una necessità. Tuttavia, ancora oggi una quota rilevante di pazienti, prossima al 30%, giunge alla diagnosi con una malattia localmente avanzata o metastatica.

E’ all’interno di questo scenario che s’inserisce il tema dell’importanza di un approccio multidisciplinare nella cura dei tumori alle vie urinarie: il ricercatore di base, l’urologo, l’oncologo ed il radioterapista oncologo devono lavorare insieme nell’ottica di una migliore gestione del paziente e della malattia, ancora meglio se supportate dalla creazione di altre Unità Integrate, oltre alla “Prostate Unit” già presente.

Inquadrare e concordare decisioni e proposte terapeutiche sui diversi casi permette, infatti, di garantire al paziente informazioni esaustive, obiettive e non contraddittorie sulle opzioni disponibili (evitando le consulenze multiple), ma soprattutto permette di ridurre i trattamenti
inutili, specialmente in caso di malattia non aggressiva, nonché di intervenire tempestivamente in caso di effetti collaterali post-terapia, di ripresa di malattia o se si verificano complicazioni emotive.

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