Pescara, 16 luglio – La Asl di Pescara è stata condannata a risarcire oltre 900mila euro ai familiari di una donna deceduta nel 2010 per un’infezione contratta in ospedale.
La donna, di 71 anni, fu ricoverata più volte nell’ospedale di Pescara dall’ottobre 2010 a causa di problemi legati a una rettorragia e una malattia infiammatoria dell’intestino. Dimessa per essere trasferita in una Rsa, le sue condizioni peggiorarono, portando al suo trasferimento all’ospedale di Chieti, dove morì il giorno di Natale a causa di complicazioni da un’infezione da stafilococco aureo.
I parenti della vittima, assistiti dall’avvocato Andrea Colletti, avevano inizialmente perso in primo grado, ma la Corte d’Appello dell’Aquila ha ribaltato la sentenza, riconoscendo la negligenza e l’imperizia dei sanitari della Asl di Pescara.
La Corte d’Appello ha evidenziato “negligenza, imprudenza, imperizia” nella gestione del caso, sottolineando errori nella scelta della terapia antibiotica e nelle procedure di dimissione. Il risarcimento per i familiari ammonta a circa 900mila euro.
L’avvocato Colletti (in foto) ha dichiarato: “Le infezioni ospedaliere sono una delle principali problematiche nelle strutture sanitarie e una delle maggiori cause di decessi. Se ci fosse più attenzione ai percorsi terapeutici e ai rischi di contaminazione, si salverebbero vite e si eviterebbero costi elevati per trattamenti e risarcimenti.”
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