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Carceri: un suicidio in cella ogni 10 giorni. Sappe:”situazione allarmante, il Ministro intervenga”.

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“Contiamo ogni giorno gravi eventi critici nelle carceri italiane, episodi che vengono incomprensibilmente sottovalutati dall’Amministrazione Penitenziaria. Ogni 10 giorni un detenuto si uccide in cella: aggressioni risse, rivolte e incendi sono all’ordine del giorno e i dati sulle presenze in carcere ci dicono che al 31 gennaio scorso erano fisicamente in uno dei 195 penitenziari italiani ben 52.475 detenuti, 3mila in più alla capienza regolamentare fissata proprio dal DAP. Come si può dunque sostenere che è terminata l’emergenza nelle carceri italiane?”.

E’ quello che sostiene Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri, commentando un comunicato stampa dell’Amministrazione Penitenziaria.

“Da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto sono decuplicati eventi gli eventi critici in carcere. Se è vero che il 95% dei detenuti sta fuori dalle celle tra le 8 e le 10 ore al giorno, è altrettanto vero che non tutti sono impegnati in attività lavorative e che anzi trascorrono il giorno a non far nulla. Ed è grave che sia aumentano il numero degli eventi critici nelle carceri da quando sono stati introdotti vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto. Solamente in questi ultimi dieci giorni si sono infatti contati diversi suicidi a Verona, Porto Azzurro Bologna, l’incendio di una cella ad Ancona, ed evasioni, risse ed altro”, aggiunge il leader nazionale dei Baschi Azzurri. Che sollecita un intervento del Ministro della Giustizia Andrea Orlando su un fatto specifico: “Mancano 8mila Agenti di Polizia Penitenziaria in organico, ma nonostante questo la Legge di stabilità ha bocciato un emendamento che avrebbe permesso l’assunzione di almeno 800 nuovi Agenti, a partire dall’assunzione degli idonei non vincitori dei precedenti concorsi, già pronti a partire per i corsi di formaione. E la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario aperto non favoriscono affatto la rieducazione die detenuti ma il concretizzarsi di gravi eventi critici. Il Guardasigilli sospenda ogni provvedimento in tal senso e convochi i Sindacati per affrontare la questione penitenziaria, che è e rimane una emergenza”.

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