Tre milioni di posti di lavoro che per il fisco non esistono. Tre milioni di lavoratori che vengono pagati chissà quanto ma per lo Stato non esistono e con loro i loro diritti, malattia, contributi pensionistici, assicurazione, assegni e quant’altro.E’ la tragica fotografia della CGIA di Mestre che denuncia come questi tre milioni di lavoratori ‘producono’ 102,5 mld di pil irregolare all’anno (pari al 6,5% del Pil nazionale), sottraendo alle casse dello Stato 43,7 miliardi di euro di gettito.
Tra le regioni con massima occupazione in nero, nemmeno a dirlo, vi è la Calabria che con 181.100 lavoratori in nero e un’incidenza percentuale del valore aggiunto da lavoro irregolare sul Pil pari al 18,6%, capeggia il gruppo delle altre regioni del sud con quasi un totale 19,2 miliardi su 43,7 del gettito potenzialmente evaso. “Con la crisi economica – sottolinea il segretario Giuseppe Bortolussi – l’economia sommersa ha subito una forte impennata. In questi ultimi anni chi ha perso il lavoro non ha avuto alternative: per mandare avanti la famiglia ha dovuto ricorrere a piccoli lavoretti per portare a casa qualcosa. Una situazione che ha coinvolto molti lavoratori del Sud espulsi dai luoghi di lavoro”
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