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Epilessia, meno pregiudizi a scuola con più informazione

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Epilessia

Roma, 22 dicembre 2014 – Una corretta informazione è lo strumento più efficace per migliorare la conoscenza dell’epilessia e combattere in maniera adeguata i pregiudizi che ancora ruotano attorno a questa patologia neurologica. E’ quanto emerso da “Se all’improvviso… Facciamo luce sull’epilessia a scuola”, indagine rivolta agli insegnanti delle scuole primarie, pubblicata di recente sulla rivista internazionale Epilepsy & Behavior. Questa conferma costituisce, insieme ad altri risultati, l’esito conclusivo della campagna di educazione rivolta a oltre 580 insegnanti delle scuole primarie con l’obiettivo di migliorare la conoscenza della malattia nelle scuole. Il progetto, durato più di due anni, è stato curato interamente dalla Lega Italiana contro l’epilessia (LICE), con il supporto dei coordinamenti delle sedi regionali.

I bambini costituiscono una parte considerevole delle persone affette da epilessia, che in Italia sono in totale circa 500 mila, con 30 mila nuovi casi l’anno. La scuola è il luogo in cui i più piccoli trascorrono la maggior parte del loro tempo e gli insegnanti hanno un ruolo importante nell’attività di controllo e gestione di bambini con tale problematica. Risulta evidente l’importanza, per il personale scolastico, di possedere un bagaglio conoscitivo adeguato ad accogliere tale disagio nella comunità scolastica e di intervenire in maniera opportuna in caso, ad esempio, di crisi epilettica di un alunno in classe.

Indagine
L’indagine condotta dalla LICE ha coinvolto 582 insegnanti delle scuole primarie provenienti da tutta Italia. Durante la prima fase, i coordinatori regionali LICE hanno individuato alcune scuole nella loro zona chiedendo loro di aderire al progetto. Una volta individuati i distretti scolastici, è stato sottoposto al corpo docente volontario il questionario cartaceo di 24 domande “Cosa sai dell’epilessia?” volto ad attestare la conoscenza della patologia. I quesiti hanno considerato tre aspetti: conoscenza generale dell’epilessia; implicazioni sociali della patologia; effetti sulla vita scolastica.

Ritirati i questionari debitamente compilati i coordinatori e/o i loro collaboratori hanno organizzato degli incontri formativi con insegnanti, invitandoli a leggere attentamente l’opuscolo “Facciamo luce sull’epilessia” edito da LICE. I risultati di questa fase sono stati già pubblicati sulla rivista Epilepsy & Behavior.

Successivamente, gli insegnanti hanno utilizzato in classe il materiale fornito da LICE leggendo insieme ai bambini il libro-favola “Sara e le sbiruline di Emily” e le informazioni

contenute nel poster “Se all’improvviso …”, dove sono illustrati i comportamenti corretti da assumere in caso di crisi epilettica a scuola.

Trascorso un adeguato periodo di tempo (minimo tre mesi) gli insegnanti, senza preavviso, sono stati ritestati tramite la compilazione di un secondo questionario identico a quello somministrato precedentemente. Soltanto 317 insegnanti hanno compilato il 2° questionario rispetto ai 582 iniziali ma il campione retestato non presenta differenze molto rilevanti rispetto al campione precedente.

Risultati
Dopo il “retest”, cioè dopo aver sottoposto nuovamente il questionario agli insegnanti, risulta che i docenti conoscono meglio la prevalenza dell’epilessia, le cause che la determinano e la possibilità di insorgenza ad ogni età. Affermano nella quasi totalità che non si tratta di un disturbo mentale e hanno appreso maggiormente che l’epilessia si può trattare sia con farmaci che chirurgicamente. Inoltre, considerano l’epilessia curabile al 64% rispetto al 31% iniziale e ritengono nella quasi totalità che non limiti il matrimonio e la procreazione. E’ maggiore la percentuale di insegnanti che ritiene che l’epilessia non limiti l’occupazione lavorativa e la guida (a scapito dei “non so”). In una percentuale maggiore ritengono invece che l’epilessia limiti l’attività sportiva, anche se le differenze non sono significative. E’ nettamente aumentato il numero degli insegnanti che affermano di sapere cosa fare in caso di crisi in classe ( 85% vs 53%), con netta riduzione di coloro che affermano di inserire qualcosa in bocca, bloccare gli arti e “non so”; incrementati anche coloro che ritengono sia necessario somministrare farmaci endorettali ( 45% vs 31%).

Questi risultati evidenziano quanto i programmi di informazione e di educazione risultino efficaci al fine di migliorare la conoscenza dell’epilessia e di conseguenza, aiutino a combattere lo stigma e il pregiudizio che ruotano attorno alle persone affette da questa malattia.

LICE

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Tags: epilessia

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