Roma, 16 febbraio 2015 – I farmacisti dipendenti di farmacia privata sono da due anni senza contratto, tra i peggio pagati in Europa, hanno visto perdere negli ultimi cinque anni almeno il 15% del loro potere di acquisto che sale al 40% se si considerano gli ultimi dieci anni. Malgrado le farmacie abbiano sofferto meno la crisi di altri settori, la situazione economica dei farmacisti dipendenti delle farmacie private è peggiorata ad ogni rinnovo di contratto. Un farmacista occupato nelle farmacie guadagna 10,66 euro lordi l’ora, che per le ritenute previdenziali e fiscali scende a 7,20 euro.
[easy_ad_inject_1]Al farmacista, malgrado i continui richiami al ruolo sanitario della farmacia da parte del sindacato dei titolari, è applicato il contratto del commercio, lo stesso, con tutto il rispetto a cui appartengono gli acconciatori e le estetiste, le domestiche e gli addetti alle pulizie, i portieri dei condomini, i vigilantes o i lavoratori dipendenti degli istituti per il sostentamento del clero, in pratica le perpetue.
Malgrado questo contesto, diversi colleghi segnalano che non è eccezione trovare personale non laureato che in farmacia dispensa non solo farmaci da banco e consigli al pubblico, ma anche farmaci che avrebbero obbligo di ricetta medica senza la dovuta prescrizione.
Un lavoro di altissima responsabilità sottopagato, senza alcun sbocco di carriera e zero possibilità, per una legislazione autoreferenziale, di accedere ad una attività imprenditoriale propria come conferma il totale fallimento del concorso straordinario che a tre anni dall’approvazione della legge non ha visto aprire alcuna nuova farmacia.
L’Italia è ancora un paese chiuso nel quale esistono “salotti buoni”, sistemi di amicizie, arciconfraternite del potere (come diceva Guido Carli), ristretti gruppi, alleanze trasversali ed è difficile emergere, affermarsi, in qualsiasi campo. Un Paese che non riconosce il merito, miope e ottusamente gravato dalle caste che si annidano in ogni ambito.
La farmacia italiana è diventata il luogo ove migliaia di laureati in cui lo Stato ha investito attraverso la preparazione universitaria, sono sfruttati a costi bassissimi ed attraverso il loro impegno professionale viene mantenuta quell’essenza sanitaria a cui una casta medioevale si riferisce quando deve difendere il proprio privilegio.
Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, richiamando alle proprie responsabilità Governo e forze politiche, dice che è arrivato il momento di mettere la parola fine ad una condizione di “neoschiavitù” che ogni giorno disperde capacità e merito sull’altare ultra decennale dell’interesse corporativo.
Movimento Nazionale Liberi Farmacisti
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