Del Dr.Giovanni Ghirga
L’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico aumenta il rischio di depressione, queste le conclusioni alle quali sono giunti due nuovi studi pubblicati sulla rete JAMA di riviste scientifiche.
Una ricerca pubblicata venerdì su JAMA Network Open ha rilevato che, nelle persone anziane, l’esposizione a lungo termine a livelli elevati di inquinamento atmosferico, aumenta il rischio di depressione ad esordio tardivo.
Il secondo studio, pubblicato su JAMA Psychiatry, ha scoperto che l’esposizione a lungo termine anche a bassi livelli di inquinanti atmosferici era associata ad una maggiore incidenza di depressione e ansia.
L’inquinamento atmosferico è stato a lungo collegato alle malattie cardiovascolari e respiratorie.
I nuovi studi si aggiungono a un numero crescente di prove che l’inquinamento atmosferico influisce anche sulla salute mentale.
Per lo studio degli effetti dell’inquinamento atmosferico sugli anziani, i ricercatori di Harvard e della Emory University hanno esaminato i dati di quasi nove milioni di persone su Medicare, il programma di assicurazione sanitaria del governo degli Stati Uniti per gli over 64.
A più di 1,52 milioni di loro è stata diagnosticata la depressione durante il periodo di studio 2005 – 2016.
Gli autori hanno osservato associazioni dannose statisticamente significative tra esposizione a lungo termine a livelli elevati di inquinamento atmosferico e aumento del rischio di diagnosi di depressione in tarda età. Inoltre, le persone svantaggiate dal punto di vista socioeconomico corrono un rischio molto più elevato di depressione in tarda età e sono simultaneamente esposte sia allo stress sociale che alle cattive condizioni ambientali, compreso l’inquinamento atmosferico.
Gli inquinanti responsabili sono il particolato fine, il biossido di azoto e l’ozono, i primi due emessi direttamente in atmosfera soprattutto dalla combustione dei fossili; l’ozono é invece un inquinante secondario che si forma da precursori inquinanti emessi in gran parte dalla combustione dei fossili in presenza della luce solare.
I ricercatori hanno affermato che gli anziani possono essere particolarmente suscettibili alla depressione legata all’inquinamento a causa della loro vulnerabilità polmonare e neurale.
Sebbene la depressione sia meno diffusa tra gli anziani rispetto alla popolazione più giovane, possono esserci gravi conseguenze, come deterioramento cognitivo, malattie fisiche concomitanti e decesso.
Nel secondo studio ricercatori britannici e cinesi hanno studiato l’associazione tra l’esposizione a lungo termine a più inquinanti atmosferici e l’incidenza di depressione e ansia.
Sono state prese in considerazione quasi 390.000 persone per un periodo di 11 anni ed é stato scoperto che c’era un aumento del rischio di depressione e ansia anche a livelli di inquinamento inferiori agli standard di qualità dell’aria del Regno Unito.
I medici non possono ormai più solo pensare alla cura del malato ma devono avere anche un ruolo importante nella prevenzione primaria.
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