Le vendite al dettaglio scendono ancora in Italia, in calo a marzo del 3,5% su base annua. Lo rileva l’Istituto nazionale di statistica (Istat), che per gli alimentari segna un crollo del 6,8%, come non accadeva dall’inizio delle serie storiche, ovvero dal 1995.Ma il confronto annuo risente della Pasqua, caduta quest’anno ad aprile, mentre nel 2013 era in calendario a marzo.Nonostante le smentite dei nostri politici, l’Istat continua a fotografare un’Italia in piena recessione. Eppure gli effetti negativi continuano a farsi sentire: aumentano i disoccupati in Italia, calano vendite e acquisti di ogni generi, dai supermercati al commercio.Sulla contrazione, sia tendenziale che congiunturale, pesa soprattutto la negativa performance del comparto alimentare. Uno scenario drammatico, secondo Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, quello tratteggiato dall’Istat, che dati alla mano sottolinea come tutte le difficoltà che sta attraversando il settore, a partire dalla forte impennata dei prezzi di alcuni prodotti che se de un lato, ha contratto le vendite nei supermarket, dall’altro ha, di fatto, reso sempre più cara la spesa delle famiglie italiane. Il costo della spesa è aumentato facendo così raggiungere ad alcuni beni di largo consumo, come la pasta, ben il 50% di aumento in un anno.
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