Ricercatori della University of California di Berkeley e dell’Università di San Francisco starebbero lavorando sulla “pillola della bontà”, che aumenterebbe il grado di empatia e ci farebbe sentire più comprensivi, tolleranti e in sostanza, più buoni.
[easy_ad_inject_1] Tutto il merito sarebbe del principio attivo presente nella pillola: il tolcapone, un inibitore selettivo e reversibile delle catecol-O-metiltransferasi (COMT), uno dei sistemi enzimatici che metabolizzano la levodopa. Primo rappresentante di questa classe ad essere commercializzato, nel 1998, dopo 2 soli mesi, in Europa è stato ritirato per i casi di epatite fulminante, sindrome neurolettica maligna e rabdomiolisi associati al suo impiego.
La sperimentazione è stata condotta finora su 35 pazienti, che hanno testato la pillola a base di tolcapone. Non si sa se mai arriverà in Europa e in Italia ma intanto, prima di assumere roba chimica per essere più buoni, forse è meglio fare un po’ di meditazione, di ricerca di sé stessi, e amarsi un po’ di più. Questo sicuro funziona.
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