Antonio Cesarano, Chief Global Strategist, Intermonte
A cura di Antonio Cesarano, Chief Global Strategist, Intermonte
Milano, 01/12/2022 – Come recitava una vecchia pubblicità, il discorso di Powell alla fine si è rivelato “10 piani di morbidezza”, smentendo in parte le dichiarazioni più aggressive di tre autorevoli membri Fed del calibro di Bullard, Williams e Mester, che avevano enfatizzato soprattutto il fatto che i mercati non devono sottovalutare le intenzioni aggressive della Fed pur di sedare l’inflazione
Powell di fatto ha confermato i tre punti già ben noti ossia:
Ma a sorprendere i mercati sono state soprattutto le parole aggiuntive che provo ad elencare in senso letterale:
In altri termini, un tenore del discorso che ha rassicurato i mercati su intenzioni non bellicose della Fed che inizia l’atterraggio verso l’approdo finale intorno al 5% l’1 febbraio (la prima riunione Fed del 2023) prima di una pausa sui tassi per un certo tempo
Lo stesso Powell ha richiamato il “numero magico del 5%” preannunciando che il dato sull’inflazione monitorato dalla Fed (il PCE core) di ottobre (in pubblicazione proprio oggi) è atteso proprio al 5%:
Ironia della sorte, il 5% è un numero che è risuonato ieri anche nei dati sull’inflazione preliminare Euro: il dato generale è sceso dal 10,6% al 10% mentre il dato core (al netto di energia e alimentari) è rimasto inchiodato proprio al 5%
In sostanza, anche per la BCE si pone la possibilità di rallentamento del ritmo dei rialzi a dicembre (basandosi sul rallentamento dell’inflazione) a fronte della discussione sulla partenza del quantitative tightening (ossia di lascia scadere una parte dei titoli in portafoglio senza reinvestire) a causa della necessità di porre freno alla parte core dell’inflazione, che non accenna ancora a chinare la testa
Il contesto di maggiore morbidezza ha trovato oggi anche la sponda cinese, con l’annuncio di misure che almeno rendono più sopportabili le misure di contenimento del Covid: quarantene più brevi e soprattutto presso le proprie abitazioni e non più nei luoghi angusti decisi dal governo
Un modo per cercare di contenere il contagio invernale, placando gli eccessi di malumore emersi con le proteste di piazza, in attesa di poter riaprire più diffusamente con il nuovo anno lunare da febbraio (l’anno del coniglio per chi ama l’oroscopo cinese)
Lo yuan in questa fase rappresenta il termometro più affidabile e rapido dell’attesa di riaperture con il nuovo anno invernale, con un marcato apprezzamento negli ultimi giorni verso il dollaro
In sintesi
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