Un numero imprecisato di detenuti (alcune fonti riportano il numero di una cinquantina di detenuti) sarebbero evasi dal Carcere di Foggia nell’ambito di una protesta iniziata questa mattina contro le restrizioni ai colloqui con i parenti imposte per l’emergenza Coronavirus.
Alcuni dei detenuti evasi sarebbero stati bloccati e riportati in carcere.
Si tratta dell’ennesima protesta in un carcere italiano dopo i fenomeni registrati a Salerno, Frosinone, Alessandria, Modena e Napoli.
Sul posto agenti di polizia carabinieri e militari dell’Esercito anche con il supporto di appoggio aereo.
Un detenuto avrebbe riportato una ferita alla testa.
Il bilancio delle proteste nelle carceri italiane registrerebbe sei morti, di cui tre a Modena, dove altre quattro persone sono finite in terapia intensiva. E’ quanto si apprende da Tgcom24.
Si segnalano proteste al carcere di San Vittore (Milano) dove diversi detenuti, una trentina sarebbero saliti sul tetto al grido di “Libertà, libertà”.
“Le rivolte che si stanno verificando nelle carceri italiane sono inaccettabili e dimostrano che lo Stato non le controlla più”. A lanciare l’allarme è il Questore della Camera dei Deputati Edmondo Cirielli: “Noi, come Fratelli d’Italia, condividendo da sempre le preoccupazioni dei sindacati della Polizia Penitenziaria, abbiamo più volte chiesto l’abolizione immediata delle norme volute dal Pd a partire dalla vigilanza dinamica.
Non solo. Ma, ripetutamente, abbiamo denunciato la mancanza di un adeguato sistema di difesa per gli agenti penitenziari come l’utilizzo del taser; l’assenza di carceri differenziate in base alla pericolosità dei soggetti, i quali, andrebbero divisi in base alla propensione ai reati di violenza contro le persone; così com’è rimasta inascoltata la proposta di aumentare il personale del Corpo della Polizia Penitenziaria che – come denunciato dalle sigle sindacali di categoria – registra una carenza organica di circa 4mila unità.
Ciò che sta accadendo in questi giorni, inoltre, dovrebbe spingere Bonafede ad adottare pene esemplari straordinarie e immediate contro chi provoca le rivolte nei penitenziari. E, invece, finge di non vedere e non sentire. Se avesse un briciolo di dignità e non fosse attaccato alla poltrona unicamente per il potere, si dovrebbe dimettere subito, anche per rispetto delle vittime scaturite dalla sua incapacità di ricoprire la funzione di ministro della giustizia” conclude Cirielli.
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