A cura di Colin Graham, Head of Multi-Asset Strategies di Robeco
All’inizio del 2023 le nostre aspettative includevano una recessione imminente, un’interruzione dei rialzi dei tassi da parte della Fed e un picco del dollaro. Tutto questo non è accaduto e il mercato azionario statunitense è risalito toccando livelli record. All’epoca sapevamo che le prospettive erano incerte, per cui abbiamo elencato 10 fattori che avrebbero potuto incidere sulle nostre previsioni. Arrivati a metà anno, constatiamo con sorpresa che ne sono già entrati in gioco sette dei dieci previsti.
Ecco come stanno andando finora i possibili scenari che abbiamo individuato all’inizio del 2023:
Tabella 1: Un anno sorprendente sui mercati
Evento | Punteggio | Evento | Punteggio |
1. La rivincita di Riccioli d’Oro | 1 | 6. Allentamento dei colli di bottiglia | 1 |
2. Stato di emergenza | ½ | 7. Media antisociali | 1 |
3. Deflazione disastrosa | 0 | 8. Cambio di regime shock | ½ |
4. Finto ecologismo e finto impatto positivo sull’economia | ½ | 9. Stravolgimento di ogni piano | ½ |
5. Rischio e rendimento | 1 | 10. Progressi nell’azzeramento delle emissioni nette | 1 |
Punteggio: 1 osservato, ½ parzialmente osservato, 0 non osservato |
Fonte: Robeco
La rivincita di Riccioli d’Oro – Goldilocks
Il primo scenario è quello di una “rivincita di Riccioli d’Oro”, in cui l’economia non si surriscalda né si raffredda troppo, ma rimane alla giusta temperatura. L’economia ha effettivamente dato prova di una discreta tenuta, nonostante l’atteggiamento intransigente della Fed, e le azioni e i titoli high yield statunitensi hanno evidenziato un buon andamento. La corsa all’oro “disinflazionistica” dell’intelligenza artificiale ha dato vita a un mercato molto ristretto, nel quale il primo 2-3% dell’indice S&P 500 ha generato tutta la performance di quest’anno. Manteniamo un atteggiamento cauto e abbiamo optato per un approccio contrarian, continuando a ridurre le posizioni in azioni e obbligazioni high yield.
Stato di emergenza: la Fed potrebbe rivedere il suo target di inflazione
Abbiamo ipotizzato che, qualora si stancasse del basso livello dei tassi di lungo termine, la Fed potrebbe annunciare un’interruzione del regime strutturale adottato dopo la crisi finanziaria e abbandonare il target d’inflazione del 2%. Il ciclo di riduzione dei tassi sarà argomento di dibattito nel settore degli investimenti nel 2024, a meno che non si verifichi un incidente economico/finanziario.
Deflazione disastrosa
Abbiamo notato che, stando ai dati relativi al flusso di notizie, alla fine del 2023 la deflazione potrebbe avere la meglio sull’inflazione.
Finto ecologismo e finto impatto positivo sull’economia
Era ovvio che le rivendicazioni di sostenibilità sarebbero finite sotto esame da parte delle autorità di regolamentazione, dei media e degli investitori, ma ci siamo domandati se questo avrebbe spinto le istituzioni interessate ad agire. Dall’inizio di quest’anno abbiamo osservato una spaccatura nei requisiti dei clienti statunitensi in materia di sostenibilità, la riclassificazione di fondi articolo 9 in articolo 8 di SFDR e l’uscita di alcuni gestori dalla Net Zero Asset Management Initiative o l’abbandono delle rivendicazioni di sostenibilità e l’autoesclusione dai Principi delle Nazioni Unite per l’investimento responsabile (UN PRI). Il contesto normativo continua a mutare, con un lieve aumento della chiarezza in alcune aree.
Rischio e rendimento
Nel 2022 i fondi con profilo di rischio (prudenti, bilanciati e aggressivi) hanno conseguito rendimenti con scarti inferiori a 50 punti base l’uno dall’altro, nonostante i diversi livelli di esposizione azionaria e obbligazionaria. Nel 2023 la realtà è tornata a farsi sentire e le correlazioni sono diminuite. L’asset allocation 60/40 è viva e vegeta e continuiamo a prevedere correlazioni più basse rispetto al 2022.
Allentamento dei colli di bottiglia
Nel 2023 i prezzi delle materie prime sono scesi e i problemi delle catene di approvvigionamento si sono notevolmente attenuati. Questo è uno sviluppo favorevole per quanto concerne la lotta all’inflazione, ma sottolinea anche il raffreddamento dell’economia mondiale. I consumatori cinesi non hanno beneficiato dell’‘helicopter money’ come i loro omologhi statunitensi ed europei, quindi la ripresa della maggiore economia asiatica stenta a decollare. Molti sono rimasti delusi da questa crescita stagnante in un grande motore globale come la Cina, ma ora tale debolezza è scontata nei prezzi delle azioni cinesi.
Media antisociali
Avevamo previsto una stretta normativa sulle grandi piattaforme tecnologiche e di social media, data la centralità assunta dalle questioni relative alla protezione dei dati, ma il problema non è ancora stato affrontato. Ciò non ha avuto ripercussioni sui mercati nel 2023, dove la leadership rimane invariata, con le big tech che cavalcano l’onda dell’intelligenza artificiale. Restiamo convinti che i titoli che hanno guidato l’ultima fase rialzista non saranno alla testa della ripresa di lungo termine, quindi per noi non si tratta di un nuovo mercato rializsta..
Cambio di regime shock
Essendo il 2023 il primo anno di questo secolo senza elezioni nei paesi del G7, ci siamo chiesti se le turbolenze politiche che hanno inciso sui mercati finanziari, come quelle subite dal Regno Unito nel 2022, potessero colpire qualche altro paese. In realtà, finora i governi in carica sono rimasti al proprio posto. La vera volatilità nel 2023 è scaturita dagli squilibri di liquidità che hanno colpito le banche statunitensi di medie dimensioni, piuttosto che dalla sfera politica. La volatilità sui mercati obbligazionari è ancora elevata e non possiamo prevedere questi rischi di coda, ma qualsiasi cosa accada si creeranno opportunità.
Stravolgimento di ogni piano
La lenta scoperta di investimenti che hanno ottenuto finanziamenti solo grazie fatto che il costo del denaro fosse pressoché nullo è stata identificata come una possibile fonte di problemi all’inizio dell’anno, ma finora si è registrato il crollo solo di alcune strutture immobiliari non abbastanza grandi da produrre ricadute sui mercati pubblici. Questo è ancora un pericolo concreto.
Progressi nell’azzeramento delle emissioni nette
Le prove del cambiamento climatico continuano ad aumentare. Assistiamo al continuo impegno da parte dei governi, sostenuto da stanziamenti effettivi, a finanziare la transizione verso l’energia pulita, più per necessità e per il timore di essere tagliati fuori che per una reale visione politica. Riteniamo che questa spesa aggiuntiva accentuerà le pressioni inflazionistiche a breve termine.
Conclusione: rimanere agili
Non siamo in grado di prevedere perfettamente gli eventi che influenzano i rendimenti di mercato, ma un punteggio di 7 su 10 è elevato, considerando la natura di rischi estremi e le contraddizioni intrinseche di questi eventi. Nel momento in cui i prezzi di mercato o la volatilità incorporano rischi di coda, riteniamo che vi sia un’opportunità per generare rendimenti.
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