A cura di Lorraine Hau, Associate, Investimento responsabile e Cassie Traeger, Vice President, Investimento responsabile di Columbia Threadneedle Investments
17.11.2022 – Una condotta fiscale responsabile è funzionale al conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) dell’ONU, ma l’OCSE stima che le pratiche aggressive di elusione ed evasione fiscale siano responsabili di perdite comprese tra 100 e 240 miliardi di dollari l’anno per le casse dello Stato.
Una maggiore trasparenza fiscale delle imprese è cruciale per consentire agli investitori di valutare e giudicare correttamente le strategie aziendali e la gestione del rischio di una società.
A livello globale si osserva una maggiore attività normativa e legislativa volta a introdurre norme sulla trasparenza fiscale per le multinazionali.
La trasparenza fiscale delle imprese è vista non solo come un’indicazione del contributo fornito da un’impresa ai paesi e alle collettività in cui opera ma anche come testimonianza dei suoi valori.
Non sorprende quindi che le notizie di grandi casi di elusione ed evasione fiscale abbiano avuto profonde ripercussioni sulla fiducia dell’opinione pubblica e costretto le imprese colpevoli a pagare multe salate o a subire boicottaggi da parte dei consumatori. Molti di questi scandali si sono verificati nel settore delle Big Tech, vista l’alta concentrazione di attivi immateriali e quindi la facilità di trasferire i profitti verso giurisdizioni a fiscalità più conveniente. Ma l’attività di indagine sulle pratiche fiscali delle imprese riguarda anche altri settori. Considerata la rilevanza finanziaria delle possibili multe e degli eventuali rischi, una maggiore trasparenza fiscale delle imprese è cruciale per consentire agli investitori di valutare e giudicare correttamente le strategie aziendali e la gestione del rischio di una società.
Perché è importante?
Una condotta fiscale responsabile è funzionale al conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU; le entrate fiscali sono indispensabili per costruire infrastrutture critiche, combattere le disuguaglianze e assicurare una transizione giusta (transizione equa e inclusiva verso un’economia verde).
Le pratiche fiscali aggressive rappresentano un ostacolo diretto a tutto ciò; l’OCSE stima che l’evasione e l’elusione fiscale aggressive siano responsabili di perdite comprese tra 100 e 240 miliardi di dollari l’anno per le casse dello Stato. A livello di singola impresa, l’evasione fiscale espone a rischi quali il danno d’immagine, la perdita della licenza sociale a operare e il rischio finanziario derivante da eventuali spese legali e multe a conclusione di indagini condotte dalle autorità fiscali. I paradisi fiscali rappresentano anche un ostacolo allo sviluppo sociale ed economico. Attraverso il sistema offshore, imprese e privati fuggono non solo ai loro obblighi fiscali ma anche alle norme, alle regole di trasparenza e alla responsabilità penale per attività illecite, come il riciclaggio di denaro.
Analisi di un caso: Rio Tinto costretta a pagare quasi 1 miliardo di dollari per comporre un contenzioso di evasione fiscale
Il principale estrattore di minerali ferrosi d’Australia, Rio Tinto, ha accettato di pagare una sanzione per un totale di 991 milioni di dollari per sanare attività di evasione fiscale perpetrate nel periodo dal 2010 al 2021. Si tratta della maggiore liquidazione fiscale della storia del paese. La società, insieme ad altre società estrattive globali come BHP, è stata indagata per anni dalle autorità fiscali australiane per l’accusa di avvalersi delle sue aziende di marketing con sede a Singapore al fine di beneficiare della bassa tassazione locale e di trasferire gli utili guadagnati con l’acquisto delle sue materie prime estratte in Australia per rivenderle a prezzi superiori.
Le sfide associate alla tassazione
Quando si tratta di pratiche fiscali responsabili gli investitori sono messi di fronte a un bivio. Una tassazione delle società inferiore può dare spinta alla redditività e ai rendimenti finanziari per gli investitori a breve termine; tuttavia, ciò avviene a scapito di più ampi benefici a lungo termine per la collettività, tra cui lo sviluppo sociale, economico e ambientale.
La digitalizzazione ha esacerbato le sfide fiscali in quanto i modelli di business transnazionali delle multinazionali rendono più semplice organizzare strategie di pianificazione fiscale volte a beneficiare di sedi a bassa o nulla fiscalità in cui stabilire mere società di comodo. Dal 2017 al 2019, abbiamo aderito all’iniziativa di engagement collaborativo sulla trasparenza fiscale delle imprese nel quadro dei PRI. L’iniziativa di engagement si è rivelata complessa, specialmente per quanto riguarda la rendicontazione paese per paese. Ha però contribuito a mettere in luce le incoerenze tra le aspettative degli investitori e i dati pubblicati dalle imprese. Gli investitori chiedevano alle imprese di rendere nota la loro politica fiscale globale sul loro approccio alla responsabilità fiscale, di riferire sui loro processi di governance fiscale e gestione del rischio e di produrre rendicontazioni paese per paese. L’iniziativa di engagement ha però rivelato che le informazioni fornite dalle imprese raramente andavano oltre quelle richieste dalle norme e dagli standard contabili.
Regolamentazione crescente e imminente
Non sorprende che a livello globale si osservi una maggiore attività normativa e legislativa volta a introdurre norme sulla trasparenza fiscale per le multinazionali. Nel 2021, l’OCSE ha pubblicato le norme (model rule) per affrontare le sfide fiscali derivanti da un’economia digitalizzata. Le norme statuiscono che le multinazionali con ricavi consolidati di almeno 750 milioni di dollari in almeno due degli ultimi quattro esercizi saranno soggette a un’aliquota minima del 15%. Esiste anche una direttiva UE che impone alle società multinazionali con ricavi consolidati totali di almeno 750 milioni di dollari realizzati negli ultimi due esercizi consecutivi l’obbligo di rendere pubblici i dati sugli utili prodotti e sulla tassazione paese per paese. Gli Stati membri dell’UE devono recepire questa direttiva nella legislazione nazionale entro il 2023, con entrata in vigore l’anno seguente. Anche gli Stati Uniti stanno considerando di adottare una legge che obblighi le grandi imprese a rendere pubblici i dati finanziari paese per paese.
Le nostre aspettative in termini di pratiche fiscali responsabili sono in linea con lo standard GRI 207: Imposte
La Global Reporting Initiative è uno standard di sostenibilità riconosciuto a livello internazionale; i requisiti e le raccomandazioni di questo standard offrono agli investitori parametri di valutazione concreti e informazioni di fondo. I rendiconti conformi allo standard permettono di svolgere analisi e confronti coerenti tra le società. Le nostre aspettative:
a. Il ruolo del consiglio rispetto alle questioni fiscali e la frequenza dei contatti con il comitato di vigilanza o di supervisione del rischio.
b. Processi per definire e gestire i rischi legati alle pratiche fiscali, ed esempi di operazioni/pratiche fiscali non tollerate.
c. Messa a disposizione di meccanismi per segnalare preoccupazioni in merito alla condotta e all’integrità fiscale dell’impresa.
a. Comunicazione di informazioni che testimoniano l’impegno dell’impresa a evitare una pianificazione fiscale aggressiva e consentano di valutare il livello di imposte versate in una specifica giurisdizione. (Ad esempio, rendicontazione dettagliata su persone giuridiche, ricavi, numero di dipendenti, immobilizzazioni materiali, utili al lordo delle imposte e imposte sul reddito d’impresa versate a livello di paese).
b. Chiarire le aspettative e discutere delle sfide pratiche della raccolta dei dati richiesti.
Best practice
Dal 2013, Vodafone pubblica una relazione fiscale annuale sul proprio impegno conforme ai principi di responsabilità fiscale sviluppati dall’organizzazione internazionale B Team e allo standard fiscale GRI-207 Imposte.
Ha messo in atto una politica di gestione del rischio conforme alle raccomandazioni dell’OCSE, in cui descrive in modo dettagliato il suo approccio alla mitigazione dei rischi fiscali e al trasferimento dei profitti. La società ha istituito un meccanismo di supervisione della sua governance fiscale a livello del consiglio e riesamina gli aspetti più critici almeno due volte all’anno. Pubblica anche un riepilogo dei suoi contributi paese per paese. Questo livello di informazione granulare, come i dati sul numero di dipendenti, sui ricavi e sugli utili, è un buon indicatore per comprendere quanto ciascun paese incide sulle operazioni generali dell’impresa e se eventuali operazioni perseguono solo finalità di ottimizzazione fiscale.
Engagement
Il nostro attuale engagement per una condotta fiscale responsabile si concentra sul settore tecnologico. Abbiamo illustrato le nostre aspettative come da pagina precedente a 6 emittenti e proseguiremo la nostra attività di engagement e continueremo a riferire dei progressi fatti rispetto a queste aspettative.
Abbiamo inoltre aderito al PRI Tax Reference Group per creare la nostra base di conoscenze in materia fiscale e dare il nostro contributo nelle discussioni all’interno del settore.
Analisi di un caso di voto per delega nel 2022
Quest’anno Amazon ha ricevuto una proposta degli azionisti in materia di trasparenza fiscale nonostante i suoi sforzi presso la US Securities and Exchange Commission per rigettare la risoluzione degli azionisti. I proponenti chiedevano alla società di pubblicare una relazione conforme allo standard GRI-207: Imposte. Secondo l’Institute on Taxation and Economic Policy, l’aliquota fiscale effettivamente versata da Amazon negli Stati Uniti per il 2021 è stata del 6,1% su un reddito imponibile statunitense pari a 35,1 miliardi di dollari. Significa che Amazon è riuscita a evitare di pagare 5,2 miliardi di dollari di imposta federale sul reddito, risultanti dall’applicazione dell’aliquota ordinaria del 21% senza agevolazioni fiscali (comunque pienamente legittime). Amazon è inoltre salita alla ribalta delle cronache nel 2018 quando si mise in cerca di sedi secondarie negli Stati Uniti; le autorità locali si misero in fila per offrire agevolazioni fiscali per attirare la società sul loro territorio sebbene accordi di questo genere solitamente comportano degli svantaggi a lungo termine per le comunità locali. Attualmente, la società non pubblica ricavi, utili o versamenti di imposte nei mercati non statunitensi, il che rende difficile per gli investitori valutare le sue pratiche fiscali responsabili.
Pertanto, sulla base delle nostre aspettative di engagement, abbiamo sostenuto questa proposta degli azionisti.
Conclusioni
I benefici di una maggiore trasparenza fiscale delle imprese per la collettività superano di gran lunga l’onere di rendicontazione. Le linee guida BEPS Action 13 dell’OCSE richiedono una rendicontazione paese per paese. Le multinazionali comunicano già queste informazioni alle autorità fiscali; l’unica differenza è che ora sono chiamate a mettere questi dati a disposizione del pubblico. Nella nostra veste di investitori responsabili, continuiamo a incoraggiare gli emittenti ad aumentare la loro trasparenza sulle pratiche fiscali per permettere valutazioni informate delle loro strategie fiscali, un aspetto fondamentale per prendere decisioni di investimento.
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