Pubblicità
Categories: Italia

Turismo procreativo: due coppie italiane su tre continuano a preferire l’estero per la fecondazione assistita

Pubblicità
Published by
Redazione
Pubblicità
Condividi

Milano, 12 giugno 2014 – Nove anni dopo i referendum sulla fecondazione assistita, il divieto di fecondazione eterologa è stato smantellato dalla magistratura. Proprio come chiedeva il fronte referendario, battuto nel 2005 alla prova delle urne, dallo scorso 9 aprile nessuna legge dello Stato italiano può più vietare alle coppie il ricorso alla fecondazione eterologa. Sarebbero circa 9.000 le coppie italiane, fra quelle in lista d’attesa all’estero e quelle che hanno semplicemente espresso il desiderio di tentare quella strada, pronte a intraprendere il percorso, come riportato da una recente indagine di Cecos Italia.«Secondo la rivista Human Reproduction, gli italiani che ogni anno si rivolgono all’estero per avere un figlio si aggirano intorno ai 3.500/4.500, anche se il dato pare essere sottostimato addirittura della metà. Il nostro Paese risulta quello più colpito dal turismo procreativo: i pazienti ‘transfughi’ italiani rappresentavano il 31,8% del totale», dichiara l’avvocato Lorenzo Puglisi, Presidente di FamilyLegal, associazione che dal 2011 fotografa la situazione del capoluogo lombardo e dell’intera regione in materia di diritto di famiglia.

La strada però rimane in salita. Se la sentenza della Consulta ha cancellato il divieto, il punto interrogativo sulle procedure resta: «A oggi, il Ministero della Salute non ha dato nessuna indicazione sull’iter e molte strutture risultano ancora impreparate a gestire l’enorme mole delle richieste. Solo in Lombardia sono 2000 le coppie che vorrebbero procreare tramite questo metodo, e che migrano verso la Spagna, dove, sebbene i costi non siano propriamente contenuti, le tempistiche sono accettabili e la prassi è definita». Un incremento del 33% nei primi sei mesi del 2014 rispetto all’anno precedente solo a Milano, segnala FamilyLegal: «Un trend dovuto in gran parte allo scetticismo degli italiani verso il modus operandi delle nostre strutture sanitarie. Sono soprattutto i nostri concittadini del sud a rivolgersi a strutture estere», specifica Puglisi.
Per quelle coppie che decidono di sfidare le incertezze burocratiche e l’assenza di indicazioni chiare sulla procedura, esiste poi un ulteriore nodo da sciogliere: meglio rivolgersi a strutture pubbliche o a quelle private? L’attuale fotografia della situazione sottolinea un importante aumento delle coppie trattate così come un grande divario fra nord e sud: nel 65% dei casi circa le tecniche di fecondazione assistita vengono effettuate in centri pubblici o privati convenzionati. Tuttavia, la situazione non è eterogenea su tutto il territorio nazionale. Le cose vanno bene al nord, molto meno bene al sud: se in Toscana e Lombardia il 95% dei cicli è a carico del Servizio sanitario, nel Lazio, in Sicilia, in Puglia e in Calabria, i trattamenti eseguiti nel privato sfiorano punte anche dell’80-90%.
Per quelle coppie che invece decidono di rivolgersi oltreconfine, la Spagna resta la meta preferita, anche perché la legislazione locale consente la fecondazione assistita per le donne single, l’ovodonazione, l’embrio-donazione, nonché l’anonimato dei donatori.
In seconda posizione si colloca la Svizzera. La Repubblica Ceca è il terzo paese più frequentato dalle coppie italiane. Considerando che, complessivamente, le coppie protagoniste del cosiddetto “turismo procreativo” sono almeno 4000, sono due su tre quelle che per tentare la fecondazione eterologa si rivolgono dunque a centri di procreazione stranieri.

I costi dipendono dalle attrezzature e dall’assistenza offerte dai centri, ma anche dalla speculazione, e variano dai 2.500-3.000 euro dell’Ucraina ai 7.000- 8.000 della Spagna.

«Sorvolando su un’anomalia tutta italiana per la quale è la magistratura, attraverso la Corte Costituzionale, a dettare scelte normative su temi così delicati, non si può negare che il nostro Parlamento sia il primo responsabile per la lacuna legislativa che si è venuta a creare. E’ arrivato il momento che il premier Renzi prenda posizione sui temi di bioetica intervenendo a sostegno di tutte quelle strutture pubbliche che ancora oggi risultano impreparate a gestire il futuro della fecondazione assistita. In difetto, continueremo ad essere il fanalino di coda di un’Europa che, almeno su questi temi, si è mostrata sicuramente più coraggiosa», conclude Puglisi.

Pubblicità
Share
Redazione
Published by
Redazione

Recent Posts

Asl di Pescara risarcisce 900mila euro per infezione ospedaliera fatale

Pescara, 16 luglio - La Asl di Pescara è stata condannata a risarcire oltre 900mila…

16 Luglio 2024

Dèlè: dal 16 luglio in radio “La Bachata (Napoli version)” feat. Mario Forte, il nuovo singolo

Da martedì 16 luglio arriva in radio “La Bachata (Napoli version)” feat. Mario Forte, il singolo…

16 Luglio 2024

Francesco Salvi: fuori il video de il “Gelataio”, il nuovo singolo

Fuori il video de il “Gelataio”, il nuovo inedito di Francesco Salvi, prodotto da Agosta & Mitch DJ, ironico messaggio…

16 Luglio 2024

“Katmandu” è il nuovo singolo di Riccardo Ancillotti

Da venerdì 19 luglio 2024 è in rotazione radiofonica “KATMANDU”, il nuovo singolo di RICCARDO…

15 Luglio 2024

“Rom’antica” è il nuovo singolo di Tekla

Dal 19 luglio 2024 sarà disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale e in…

15 Luglio 2024

Nuovo record per il debito pubblico italiano: raggiunti quasi 3.000 miliardi

Il debito pubblico italiano ha raggiunto un nuovo record a maggio, aumentando di 13,3 miliardi…

15 Luglio 2024
Pubblicità