Fondamentale, tuttavia, colmare la scarsa conoscenza degli aspetti fiscali e normativi. Per oltre il 50% il ruolo delle associazioni datoriali è centrale per facilitare l’accesso delle PMI ai benefici del welfare aziendale
Milano – Il welfare aziendale non è più appannaggio esclusivo delle grandi aziende sopra i 250 dipendenti, ma coinvolge sempre di più la piccola e media impresa italiana. Cresce la consapevolezza dell’utilità del welfare aziendale anche nelle PMI, che rappresentano la componente produttiva più diffusa nel nostro Paese. Il 78%, infatti, lo considera un’opportunità, il 15% non si esprime e solo il 7% non lo reputa utile. E’ questo il quadro che emerge dalla Ricerca Doxa – Edenred 2016 sullo stato del welfare aziendale in Italia.
Le difficoltà – Permangono, tuttavia, una serie di difficoltà allo sviluppo concreto dei piani di flexible benefits nelle piccole imprese. Per il 42% l’ostacolo principale risiede nella prassi consolidata da parte delle PMI di ricorrere a iniziative di welfare di natura informale piuttosto che contrattualizzata. Aspetto sottolineato soprattutto dalle aziende al di sotto dei 15 dipendenti. Il 33% ha indicato nella limitata conoscenza degli aspetti fiscali e normativi una difficoltà rilevante. Il 32% ha sottolineato come le PMI non facciano “rete” per riprodurre gli stessi vantaggi delle grandi aziende. Infine, il 19% è convinto che i vantaggi dei piani di welfare abbiano un impatto più forte nelle aziende con un numero elevato di dipendenti.
“Uno dei meriti del nuovo contesto normativo del 2016 è il coinvolgimento delle PMI nella sfera del welfare aziendale, – spiega Andrea Keller, AD Edenred Italia -. I due elementi critici per la diffusione nella piccola e media impresa erano la complessità fiscale e la carenza informativa. Le piccole imprese non erano al corrente delle possibilità offerte dal welfare aziendale, mentre oggi lo sono di più. Il quadro normativo, tuttavia, può migliorare ancora per favorire il pieno coinvolgimento delle PMI. Come noto, è difficile erogare welfare alle aziende sotto i 15 dipendenti anche perché raramente hanno una contrattazione di secondo livello. Perché dunque- precisa Keller – non pensare alla possibilità per le piccolissime imprese di accedere alle agevolazioni fiscali previste nel 2017 anche nel caso di scelta unilaterale dell’azienda?”.
Il ruolo delle unioni industriali e delle associazioni di imprese – Per facilitare l’accesso delle PMI al welfare aziendale molte associazioni di imprese hanno avviato delle iniziative specifiche. Dalle consulenze fiscali e legali, alle modalità di predisposizione di un piano di welfare fino alla facilitazione di accesso a proprie piattaforme online di flexible benefits condivise. Rispetto a tali attività, la ricerca Doxa-Edenred 2016 – per la prima volta – ha rilevato se le PMI vi hanno aderito e con quali benefici. Il 10% ha aderito alle iniziative di welfare promosse dalle associazioni di imprese mentre il 41% dichiara di volerlo fare a breve. Il 49%, invece, afferma che non lo farà. Tra le aziende che hanno aderito, questi gli ambiti di supporto:
· consulenza sugli aspetti fiscali e legislativi, 47%;
· accesso ad un paniere di servizi welfare tramite rete di fornitori convenzionati, 33%;
· accesso alla piattaforma di gestione del conto welfare dei dipendenti, 27%;
· stesura dei regolamenti e accordi aziendali, 23%;
· assistenza nelle relazioni e trattative sindacali, 20%.