Home Economia Banche: un settore resiliente sottovalutato dai mercati

Banche: un settore resiliente sottovalutato dai mercati

Marc Stacey, Senior Portfolio Manager, Investment Grade, RBC BlueBay AM
Marc Stacey, Senior Portfolio Manager, Investment Grade, RBC BlueBay AM
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A cura di Marc Stacey, Senior Portfolio Manager, Investment Grade, RBC BlueBay AM

I mercati finanziari stanno vivendo un momento di calma dopo le turbolenze di marzo, quando le crisi bancarie di SVB, First Republic Bank e Credit Suisse hanno riportato alla mente i brutti ricordi del 2008. Tuttavia, la verità è che i problemi a cui stiamo assistendo oggi sono molto diversi, anche se ci ricordano chiaramente che l’inasprimento aggressivo delle politiche tende a provocare qualche frattura.

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La solidità del settore bancario

Negli ultimi mesi le banche sono state l’epicentro di una crisi di fiducia. Ciononostante, nel breve periodo, non crediamo che gli investitori debbano preoccuparsi dell’inizio di una crisi finanziaria globale. Siamo incoraggiati dalla reazione delle autorità di regolamentazione che hanno preso le distanze dalla decisione della Svizzera e che stanno guardando oltre la volatilità a breve termine. Le banche hanno proseguito i loro programmi di riacquisto di azioni proprie, cosa che riteniamo estremamente importante per sottolineare sia la solidità del settore sia la fiducia delle autorità normative in tale forza.

Il mismatch delle banche regionali statunitensi

Fondamentalmente, sembra che al centro dei problemi di alcune banche regionali statunitensi ci sia un disallineamento tra le scadenze delle attività e delle passività, con alcuni echi che rimandano alla crisi dei risparmi e dei prestiti degli ultimi anni Ottanta. Per quanto riguarda le banche minori statunitensi, meno regolamentate, è chiaro che alcuni dei loro modelli di business non erano affatto diversificati o solidi come quelli delle loro controparti più grandi e più regolamentate. I crolli di SVB e First Republic hanno sollevato seri interrogativi sulla supervisione normativa di questi istituti più piccoli. A nostro avviso, non c’è dubbio che la regolamentazione, allentata sotto la presidenza Trump, debba essere ripristinata nel tempo.

Le banche europee sono più regolamentate

La situazione in Europa è nettamente diversa. Infatti, si prospetta un ulteriore consolidamento del settore bancario regionale statunitense, simile a quello che abbiamo visto in Europa negli ultimi dieci anni. Le banche europee sono già regolamentate secondo standard molto più elevati e non dovrebbero essere vulnerabili allo stesso modo. In prospettiva, continuiamo a essere incoraggiati dalla solidità di fondo del settore bancario, in particolare dal fatto che le banche europee continuano a essere ben rifornite e dovrebbero continuare a beneficiare dell’aumento dei tassi. Riteniamo che l’azione dei prezzi delle banche sia in contrasto con i fondamentali.

La resilienza delle banche in vista di una recessione

Riteniamo che la solidità delle banche non si rifletta appieno nelle valutazioni, il che continua a rappresentare una frustrazione, che però confidiamo possa essere corretta nel tempo. Anche alla luce di una possibile recessione, il settore entrerà nella fase di contrazione economica da una posizione di forza, forse la più solida che abbia mai raggiunto in questa fase del ciclo economico. L’aspetto diverso di questa recessione è che le banche centrali stanno aumentando i tassi per combattere l’inflazione, una scelta necessaria dal punto di vista degli utili bancari che dovrebbe contribuire a proteggere il deterioramento della qualità degli asset. I livelli di capitale rimangono vicini ai massimi storici, mentre lo stock di prestiti non performanti è vicino ai minimi. Anche se siamo consapevoli che questi fattori vengono spesso trascurati in periodi di stress, alla fine i fondamentali si riaffermano sempre. Riteniamo che il debito Additional Tier 1 (AT1) delle banche europee possa offrire agli investitori un potenziale di rialzo, dato che il contesto macro continua ad essere difficile.

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