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Carcinoma polmonare: FDA approva nivolumab

Tumore del polmone
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Carcinoma polmonare
Carcinoma polmonare

Usa, 13 marzo 2015 – L’ente regolatorio americano FDA (Food and Drug Administration) ha approvato nivolumab per il trattamento dei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC) squamoso metastatico in progressione durante o dopo chemioterapia a base di platino. Nivolumab è la prima e unica terapia anti-PD-1 (programmed death receptor-1) che ha dimostrato di migliorare la sopravvivenza globale (OS) in questa categoria di pazienti. In un’analisi ad interim pre-programmata in uno studio di fase III nivolumab ha dimostrato, rispetto a docetaxel, una sopravvivenza globale superiore con una riduzione del 41% del rischio di morte (hazard ratio: 0,59; IC 95%: 0,44 – 0,79; p = 0,00025) ed un aumento significativo della percentuale di pazienti vivi ad un anno.

[easy_ad_inject_1]“Bristol-Myers Squibb è orgogliosa di poter rendere disponibile nivolumab, la prima terapia immuno-oncologica per i pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule squamoso metastatico e già precedentemente trattati”, ha affermato Lamberto Andreotti, chief executive officer, Bristol-Myers Squibb. “Il cancro del polmone è uno dei tumori più frequenti negli Stati Uniti, con elevata mortalità, e vi è un significativo bisogno di nuovi trattamenti in grado di migliorare la sopravvivenza. Siamo riconoscenti ai numerosi pazienti e clinici che ci hanno affiancato nello sviluppo di questo nuovo trattamento che ha la potenzialità di rispondere alle esigenze mediche di questi pazienti”.

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Questa approvazione è la seconda in soli tre mesi per nivolumab negli Stati Uniti e si basa sui risultati degli studi CheckMate -017 e CheckMate -063.
Nivolumab è associato a eventi avversi immuno-mediati come polmonite, colite, epatite, nefrite e insufficienza renale, ipotiroidismo e ipertiroidismo, e altre reazioni avverse, oltre a tossicità embrio-fetale. Vedi la sezione “Importanti informazioni di sicurezza”.

Nivolumab ha dimostrato una sopravvivenza superiore vs lo standard di cura in uno studio clinico di fase III
CheckMate -017 è uno studio clinico di fase III randomizzato, multinazionale, multicentrico, in aperto, che ha valutato nivolumab (3 mg/kg in infusione endovenosa di 60 minuti ogni 2 settimane) (n = 135) vs lo standard di cura con docetaxel (75 mg/m2 per via endovenosa ogni 3 settimane) (n = 137), in pazienti con NSCLC squamoso metastatico in progressione durante o dopo regime chemioterapico a base di platino. Questo studio ha incluso pazienti indipendentemente dallo stato di PD-L1 (programmed death ligand-1). Endpoint primario era la sopravvivenza globale.

A gennaio, lo studio è stato interrotto sulla base della valutazione condotta da un Data Monitoring Committee (DMC) indipendente, che ha concluso che lo studio aveva già raggiunto l’endpoint dimostrando una sopravvivenza globale superiore nei pazienti che avevano ricevuto nivolumab rispetto a docetaxel. L’analisi ad interim pre-programmata è stata eseguita quando sono stati osservati 199 eventi (86% del numero di eventi pianificato per l’analisi finale: 86 nel braccio con nivolumab e 113 in quello con docetaxel).

Nivolumab è l’unica monoterapia approvata dall’FDA che, in più di 15 anni, ha dimostrato una sopravvivenza globale superiore rispetto allo standard di cura nel NSCLC squamoso metastatico precedentemente trattato. La sopravvivenza globale mediana è risultata di 9,2 mesi nel braccio con nivolumab (IC 95%: 7,3 – 13,3) e di 6 mesi in quello con docetaxel (IC 95%: 5,1 – 7,3). L’hazard ratio era 0,59 (IC 95%: 0,44 – 0,79; p = 0,00025), che si traduce in una riduzione del 41% del rischio di morte con nivolumab rispetto a docetaxel.

“L’approvazione di nivolumab da parte dell’FDA offre una nuova e importante opzione terapeutica che ha dimostrato risultati sorprendenti nel trattamento del NSCLC squamoso metastatico precedentemente trattato e che ha la potenzialità di sostituire la chemioterapia in questi pazienti” ha detto il professor Suresh Ramalingam, Director of Medical Oncology al Winship Cancer Institute della Emory University. “Questa tappa fondamentale rinforza la speranza che i farmaci immuno-oncologici possano essere estremamente efficaci in questa popolazione di pazienti difficili da trattare”.

CheckMate -063 e il profilo di sicurezza di nivolumab
Il profilo di sicurezza di nivolumab nel NSCLC squamoso è stato valutato nello studio di fase II CheckMate-063. Si tratta di uno studio, multinazionale, multicentrico, a singolo braccio in aperto, in cui nivolumab è stato somministrato in monoterapia a pazienti con NSCLC squamoso metastatico in progressione dopo una terapia contenente platino e almeno un ulteriore regime di trattamento sistemico (n = 117). I pazienti hanno ricevuto 3 mg/kg di nivolumab somministrato in infusione endovenosa di 60 minuti ogni 2 settimane. Lo studio ha incluso pazienti indipendentemente dallo stato di PD-L1. Le reazioni avverse più comuni (riportate in ≥ 20% dei pazienti) erano affaticamento (50%), dispnea (38%), dolore muscolo-scheletrico (36%), riduzione dell’appetito (35%), tosse (32%), nausea (29%) e costipazione (24%). Reazioni avverse gravi si sono manifestate nel 59% dei pazienti trattati con nivolumab; le più frequenti, riportate in ≥ 2% dei pazienti, erano dispnea, esacerbazione della bronco-pneumopatia cronica ostruttiva, polmonite, ipercalcemia, versamento pleurico, emottisi e dolore. Nivolumab è stato interrotto a causa di reazioni avverse nel 27% dei pazienti ed il 29% ha ritardato il trattamento con nivolumab a causa di una reazione avversa.

Con un follow-up minimo di almeno 10 mesi per tutti i pazienti trattati con nivolumab, il tasso di risposta obiettiva (ORR) confermato, endpoint primario dello studio, è risultato pari al 15% (17 pazienti su 117) (IC 95%: 9 – 22), con tutte risposte parziali. Il tempo mediano alla risposta era di 3,3 mesi (range: 1,7 – 8,8 mesi) dopo l’inizio del trattamento con nivolumab. Il 76% dei ‘responder’ a nivolumab (13 pazienti su 17) manteneva una risposta, con una durata compresa tra 1,9+ 11,5+ mesi; 10 di questi 17 pazienti (59%) hanno avuto risposte che si mantenevano per 6 mesi o più.

“L’approvazione di nivolumab per il trattamento del NSCLC squamoso metastatico precedentemente trattato rappresenta un importante avanzamento delle terapie perché migliora la sopravvivenza dei pazienti che combattono contro questa malattia letale” ha affermato Andrea Ferris, Presidente e Chairman di Lungevity Foundation. “Siamo entusiasti che questa terapia immuno-oncologica entri nel mercato perché offre opzioni e speranza a molti dei nostri pazienti. Plaudo per questo motivo al lavoro dell’FDA e di Bristol-Myers Squibb che ha permesso un accesso così veloce a questo importante trattamento, primo nel suo genere”.

Il tumore del polmone
Il tumore del polmone è una delle principali cause di morte per cancro negli Stati Uniti. Il NSCLC è uno dei tipi più frequenti di questa malattia rappresentandone circa l’85% dei casi. L’istotipo squamoso costituisce il 25-30% circa di tutti i carcinomi polmonari. I tassi di sopravvivenza variano a seconda dello stadio, dell’istologia e dal momento della diagnosi. Allo stadio IV il tasso di sopravvivenza del NSCLC a 5 anni è dell’1%.

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