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Confermata maggiore efficacia del microinfusore di insulina anche per il diabete di tipo 2

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Sesto San Giovanni (Milano) 3 luglio 2014 – I risultati dello studio OpT2mise, pubblicato oggi online sulla rivista The Lancet, confermano che i pazienti con diabete di tipo 2 insulino trattato, raggiungono un miglior controllo glicemico utilizzando la terapia con microinfusore rispetto alla terapia multiiniettiva.
“Vi sono pazienti con diabete di tipo 2 che non riescono a raggiungere un buon controllo glicemico, nonostante l’adozione di intense terapie farmacologiche, tra cui iniezioni multiple giornaliere di insulina. Questi pazienti sono di difficile gestione e spesso caratterizzati dalla presenza di varie complicanze del diabete” – dichiara il professor Francesco Giorgino, Professore ordinario di Endocrinologia e Malattie metaboliche dell’Università di Bari e uno dei ricercatori dello studio OpT2mise – “Per questo tipo di pazienti la terapia insulinica mediante l’uso di un microinfusore, i cui benefici sono ora scientificamente dimostrati, rappresenta una nuova opzione terapeutica”.
OpT2mise è il più ampio studio comparativo mai realizzato su pazienti con diabete di tipo 2 in controllo glicemico non ottimale, in cui si valuti l’efficacia della terapia multiiniettiva rispetto al microinfusore, terapia di comprovato beneficio per il diabete di tipo 1. Secondo lo studio, nel gruppo di pazienti con microinfusore d’insulina la riduzione media di emoglobina glicata (HbA1c) è stata pari all’1,1%, rispetto allo 0,4% nel gruppo in terapia multiiniettiva. Tale miglioramento nel controllo della glicemia non è stato accompagnato da episodi di ipoglicemia severa e non ci sono state differenze di aumento ponderale tra i due gruppi. Inoltre, il gruppo con microinfusore ha ridotto di oltre il 20% la dose totale giornaliera di insulina.
La diminuzione di HbA1c è un fattore fondamentale per il paziente diabetico, poiché anche una piccola riduzione percentuale aiuta in modo significativo a prevenire complicanze come malattie agli occhi, malattie renali, danni al sistema nervoso e attacco cardiaco[1],[2]. “I risultati emersi dallo studio OpT2mize – prosegue Giorgino – provano infatti che la terapia con microinfusore è in grado di ridurre in modo sicuro i livelli di emoglobina glicata (cioè di glicemia media), senza determinare ipoglicemie severe, e potrebbe entrare a pieno titolo negli standard di cura per la crescente popolazione di pazienti con diabete di tipo 2 trattati con molteplici iniezioni di insulina che non ottengono un controllo metabolico soddisfacente.”
Nel mondo sono circa 20 milioni le persone con diabete di tipo 2 che richiedono una terapia insulinica sostitutiva. Per costoro l’aderenza alla cura può rappresentare una sfida: ben il 57% dei pazienti in terapia multiiniettiva giornaliera (MDI), infatti, ammette di dimenticare le iniezioni di insulina[3].

Lo studio
OpT2mise è uno studio internazionale, randomizzato e controllato, sponsorizzato da Medtronic, che ha coinvolto 331 pazienti, tra i 30 e i 75 anni. Nello specifico, i risultati mostrano che:
· I pazienti con microinfusore d’insulina hanno ottenuto una riduzione media di emoglobina glicata (HbA1c) pari all’1,1%, rispetto al solo 0,4% nel gruppo in terapia con iniezioni multiple giornaliere (P<0.001);

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· Tale riduzione di HbA1c, nei pazienti in terapia con microinfusore d’insulina, non è stata accompagnata da episodi di ipoglicemia severa (basso livello di zucchero nel sangue, a cui segue disorientamento, perdita di coscienza e nel peggiore dei casi coma e perfino morte) o chetoacidosi (una condizione potenzialmente letale causata da iperglicemia o alto livello di zucchero nel sangue);

· La dose giornaliera d’insulina è stata del 20,4% inferiore nel gruppo con microinfusore rispetto a quello in terapia multiiniettiva (P<0.001), senza differenze significative nella variazione di peso tra i due gruppi;

· La percentuale di partecipanti che ha ottenuto un valore di HbA1c <8% è stata due volte maggiore nel gruppo in terapia con microinfusore rispetto a quello con terapia iniettiva (55% vs. 28%).

Note

[1] UK Prospective Diabetes Study (UKPDS) Group. Intensive blood-glucose control with sulphonylureas or insulin compared with conventional treatment and risk of complication in patients with type 2 diabetes (UKPDS 33). Lancet. 1998; 352:837-853.
[2] The post trial monitoring results: 10 years follow up: Holman RR, Paul SK, Bethel MA, Matthews DR, Neil HAW. 10-year follow-up of intensive glucose control in type 2 diabetes. N Engl J Med. 2008; 359:1577-1589.
[3] Peyrot et al, Diabetes Care. 33:240-245. 2010.

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