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Decontribuzione Sud. Unimpresa: un bilancio positivo, ma incerto futuro per le aziende del Mezzogiorno

Il sostegno alle imprese meridionali si avvia alla conclusione. Quali saranno le conseguenze per il mercato del lavoro?

Manlio La Duca, Consigliere Nazionale Unimpresa con delega al Fisco, Tributi e Green Economy
Manlio La Duca, Consigliere Nazionale Unimpresa con delega al Fisco, Tributi e Green Economy
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Un incentivo determinante per l’occupazione

Dal 2021 al 2023, la decontribuzione Sud ha favorito oltre 4 milioni di nuove assunzioni nelle regioni meridionali d’Italia. Questo incentivo, rivolto alle imprese di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, ha consentito di incrementare significativamente i rapporti di lavoro: 1.453.444 nel 2023, 1.377.453 nel 2022 e 1.224.044 nel 2021. Un totale di 4.054.941 nuovi contratti che ha permesso di sostenere l’occupazione in aree con gravi difficoltà socioeconomiche.

La scadenza imminente e le preoccupazioni delle PMI

Con la scadenza fissata al 30 giugno 2024, l’Unione Europea non prevede ulteriori proroghe per la decontribuzione Sud. Il consigliere nazionale di Unimpresa, Manlio La Duca, esprime forte preoccupazione per le piccole e medie imprese del Sud, che potrebbero trovarsi a fronteggiare costi insostenibili. La perdita di questa agevolazione comporterebbe infatti un aumento dei costi del personale, riducendo la competitività delle aziende in un mercato già provato da numerose difficoltà.

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Un aiuto contro le crisi economiche globali

La decontribuzione Sud era stata estesa per sostenere le imprese colpite dagli effetti economici del conflitto russo-ucraino e dalle sanzioni internazionali. Nonostante le criticità economiche non siano ancora superate, l’Unione Europea ha deciso di non estendere ulteriormente questo regime straordinario. La proroga concessa fino al 31 dicembre 2024 sarà quindi l’ultima, costringendo le aziende a prepararsi per una gestione finanziaria senza questo supporto.

Dettagli dell’agevolazione e futuro incerto

La decontribuzione Sud, introdotta il 1 gennaio 2021, prevedeva uno sgravio contributivo progressivo per le imprese private del Sud Italia. Le percentuali di esonero erano del 30% fino al 2025, del 20% per gli anni 2026 e 2027, e del 10% per gli anni 2028 e 2029. Questo incentivo mirava a mitigare gli effetti della pandemia Covid-19 e a sostenere l’occupazione in aree economicamente svantaggiate. Con la fine di questa misura, le aziende dovranno affrontare nuove sfide per mantenere i livelli occupazionali raggiunti negli ultimi tre anni.

L’imminente fine della decontribuzione Sud segna un momento cruciale per le imprese del Mezzogiorno. Mentre il bilancio degli ultimi tre anni evidenzia un impatto positivo sull’occupazione, il futuro appare incerto. Le PMI dovranno adattarsi a un contesto economico più gravoso, cercando nuove strategie per rimanere competitive senza l’aiuto di questo importante incentivo.

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