A cent’anni dalla scoperta dell’insulina, molto è stato fatto in termini di ricerca e cura delle persone con diabete, ma molto è ancora da fare per migliorare gli outcome clinici, la prevenzione e la riduzione delle complicanze della malattia. Questi i temi al centro dell’Italian Diabetes Barometer Forum di quest’anno, in vista anche delle opportunità offerte dal Pnrr
Organizzato da IBDO Foundation e Intergruppo Parlamentare “Obesità e Diabete”, in collaborazione con Anci Comunicare, l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e con il contributo non condizionato di Novo Nordisk nell’ambito del programma Changing Diabetes, l’evento, dal titolo “Diabetes and Health Next Generation”, è occasione di confronto per Istituzioni ed esperti
Roma, 7 luglio 2021 – Ogni 10 minuti una persona con diabete ha un infarto, un ictus o sviluppa un deficit visivo importante, ogni 52 minuti subisce un’amputazione e ogni 4 ore entra in dialisi. A cent’anni dalla scoperta dell’insulina, che ricorre quest’anno, molto è stato fatto in termini di ricerca e cura delle persone con diabete, ma molto è ancora da fare nella sfida contro questa malattia cronica, che colpisce quasi quattro milioni di italiani, per migliorare gli outcome clinici, la prevenzione e la riduzione delle complicanze. Su questi temi, e non solo, si confronteranno oggi pomeriggio esponenti di Istituzioni, società scientifiche ed esperti durante il 14esimo Italian Diabetes Barometer Forum, dal titolo “Diabetes and Health Next Generation”, con esplicito riferimento al principale strumento messo in campo dall’Unione Europea per disegnare il futuro del vecchio continente e affrontare l’impatto economico e sociale della pandemia: il programma Next Generation EU da 750 miliardi di euro. L’evento è organizzato da Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation (IBDO Foundation) e Intergruppo Parlamentare “Obesità e Diabete”, in collaborazione con Anci Comunicare, l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e con il contributo non condizionato di Novo Nordisk, nell’ambito del programma Changing Diabetes.
“Nell’ultimo anno, la pandemia dovuta al Covid-19 ha colpito duramente chi soffre di malattie croniche, tra cui le persone con diabete, evidenziando da un lato la fragilità del sistema di presa in carico territoriale e la disparità di accesso alle cure nelle diverse regioni, ma dall’altro l’importanza di alcune innovazioni e semplificazioni nell’assistenza alle persone con malattie croniche, che devono essere strutturate e diventare parte integrante del sistema sanitario, non solo in fase emergenziale”, spiega Paolo Sbraccia, Vice Presidente IBDO Foundation.
E proprio a causa di diverse criticità emerse durante la pandemia, come le disparità territoriali nell’erogazione dei servizi, in particolare in termini di prevenzione e assistenza sul territorio, l’inadeguata integrazione tra servizi ospedalieri, servizi territoriali e servizi sociali e i tempi di attesa elevati per l’erogazione di alcune prestazioni, il Governo italiano ha previsto nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che si inserisce all’interno del programma Next Generation EU, specifiche misure e interventi per il rafforzamento del sistema sanitario. Infatti, la sesta missione del Pnrr vede oggi stanziati circa 20 miliardi di euro per intervenire in particolare su due direttrici, in ambito sanità: lo sviluppo di una rete territoriale sempre più vicina alle persone e l’ammodernamento delle dotazioni tecnologiche del sistema sanitario nazionale.
Un sistema di prossimità non sempre adeguato, infatti, ha non solo ridotto la capacità di gestione delle persone che hanno contratto il Covid, ma ha portato a gravi mancanze nell’assistenza delle persone con altre malattie, come diabete, tumori, malattie cardiovascolari. Durante i mesi di emergenza, spesso è venuta meno la prevenzione, l’accesso alle cure e la continuità assistenziale, con conseguenze anche gravi che, protraendosi, potrebbero aggravare la fragilità del sistema, motivo per cui è fondamentale intervenire subito. “Auspichiamo che il Pnrr favorisca un cambio di rotta nelle politiche sanitarie nazionali con l’attribuzione di maggiore attenzione alla necessità di organizzare e potenziare l’assistenza territoriale. Il fatto che i finanziamenti complessivi previsti per la sanità territoriale superino quelli per la sanità ospedaliera, ci fa ben sperare in questo senso”, afferma Gerardo Medea, Responsabile nazionale area prevenzione e metabolica Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie – SIMG.
“Anche noi diabetologi auspichiamo un’adeguata allocazione di risorse per il potenziamento di questo assetto organizzativo, con particolare attenzione all’integrazione tra assistenza sanitaria di base e specialistica, in cui sono fondamentali il riconoscimento del ruolo del medico di medicina generale e quello della rete italiana dei Servizi di diabetologia, ospedalieri e territoriali, un’integrazione che sta alla base del percorso diagnostico terapeutico assistenziale e di un modello di gestione della malattia che si è dimostrato efficace nel ridurre morbilità, ricoveri e contenere la spesa sanitaria complessiva”, aggiunge Paolo Di Bartolo, Presidente Associazione Medici Diabetologi – AMD.
“Un ridisegno strutturale e organizzativo della rete dei servizi, soprattutto nell’ottica di rafforzare l’ambito territoriale di assistenza, è reso necessario dal cambiamento negli anni dei bisogni di salute della popolazione, con una quota crescente di persone anziane e malattie croniche”, spiega Agostino Consoli, Presidente della Società Italiana di Diabetologia – SID. “Un contributo importante può essere dato dall’innovazione tecnologica, in particolare per spostare il fulcro dell’assistenza sanitaria dall’ospedale al territorio, attraverso modelli assistenziali incentrati sul cittadino e facilitando l’accesso alle prestazioni sul territorio nazionale. I servizi resi possibili dalla telemedicina sono fondamentali in tal senso, contribuendo ad assicurare equità nell’accesso alle cure nei territori remoti, un supporto alla gestione delle cronicità e una migliore continuità della cura attraverso il confronto multidisciplinare”, conclude.
“La pandemia ha dato un significativo impulso all’attuazione della telemedicina, evidenziandone i potenziali benefici come complemento alle tradizionali prestazioni assistenziali. Il suo impiego nella assistenza alla persona con diabete dovrà da ora in poi far parte dello standard di cura del diabete attraverso strumenti digitali sempre più versatili e affidabili, anche per garantire la protezione dei dati personali”, dice Francesco Giorgino, Presidente della Società Italiana di Endocrinologia – SIE, che aggiunge “Rispetto ad altri settori, la telemedicina in diabetologia è già molto utilizzata, ma non in maniera organica. Per questo con il Pnrr, oltre all’ammodernamento strutturale, confidiamo avvenga un’armonizzazione dei sistemi utilizzati, quale presupposto alla interoperabilità dei servizi e come requisito per il passaggio da una logica sperimentale a una logica strutturata di utilizzo diffuso dei servizi di telemedicina”.
Per raggiungere gli obiettivi del Pnrr, oltre agli investimenti, sarà necessario rivisitare l’attuale modello di sistema sanitario, per limitare il rischio di una frammentazione delle iniziative progettuali a discapito del risultato complessivo auspicato. Walter Ricciardi, Presidente World Federation of Public Health Association, affronterà questo tema nella sua lettura “Ripensare al modello di sanità”; come ha già spiegato in altre sedi, Ricciardi ipotizza la necessita di ridisegnare la governance del Ssn, con rapporti più equilibrati fra Stato e Regioni. Il ruolo della tecnologia, non per sostituire i medici, ma perché sia un valido aiuto anche per una “umanizzazione” delle cure, sarà invece al centro dell’intervento di Luca Pani, Professore di Farmacologia dell’Università di Modena e Reggio Emilia nella sua lettura “La rivoluzione digitale in medicina”.
“Il diabete come paradigma della cronicità può diventare un modello per riprogettare l’approccio del nostro Sistema Sanitario Nazionale alle malattie croniche non trasmissibili, agendo su nuovi modelli di integrazione territoriale e equo accesso ai servizi sanitari in tutte le regioni, eliminando le diseguaglianze di accesso alle diagnosi, alle cure e ai trattamenti innovativi presenti oggi e che sono stati resi ancora più evidenti dalla pandemia”, afferma Roberto Pella, Presidente Intergruppo parlamentare “Obesità e Diabete” e Vicepresidente vicario ANCI.
“Questa catastrofe globale che abbiamo vissuto con la pandemia, paradossalmente, rappresenta un’opportunità per superare vecchi e nuovi limiti del nostro sistema sanitario. Per farlo, sarà fondamentale guardare al passato per non commettere più gli stessi errori, ma con un occhio al futuro al fine di consegnare un Paese migliore alle generazioni future”, commenta Renato Lauro, Presidente dell’Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation. “Il Pnrr è fondamentale per le nuove generazioni. Penso che l’Italia abbia tutte le caratteristiche per sfruttare al meglio i fondi a disposizione e che i giovani e il lavoro debbano essere il centro di questo piano”, aggiunge Orazio Schillaci, Rettore dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.
“Una sfida che dobbiamo assolutamente vincere, per questo abbiamo deciso di incentrare il Forum di quest’anno sulle possibilità offerte dal Next Generation EU”, conclude Lauro.