A cura di Niall Gallagher, Investment Director di GAM
Da circa tre anni i mercati degli investimenti stanno entrando in un’era completamente nuova; da tempo è chiaro che l’era della deflazione e della crescita economica bassa ma stabile è davvero finita. Le forze deflazionistiche che hanno dominato dal 2008 al 2021 sono svanite e, a nostro avviso, non torneranno presto. La fine del deleveraging e dell’era dell’energia a basso costo, insieme all’inversione dei venti di coda demografici, implica che gli investitori dovranno adattarsi a queste nuove realtà.
Dato che le banche centrali devono ora contrastare l’inflazione, anziché la deflazione, è probabile che i tassi d’interesse rimangano più alti ancora a lungo. A nostro avviso, né l’inflazione né l’aumento dei tassi d’interesse sono transitori, quindi non ci aspettiamo che i tassi d’interesse si avvicineranno allo zero per molto tempo.
Le banche europee sono in attivo
Il ritorno a tassi di interesse e rendimenti storicamente normali è di enorme importanza per il settore bancario, che è fortemente orientato verso tassi di interesse in salita. Le valutazioni delle banche europee, che sono state in qualche modo poste sotto pressione dal sentiment negativo nei confronti delle banche regionali statunitensi più deboli all’inizio dell’anno, sono ora molto convenienti, sia rispetto alla storia in termini assoluti che in termini di mercato, e non hanno ancora riflesso questa nuova era di tassi più elevati.
Le banche europee sono molto orientate verso il vecchio modello del settore basato sulla raccolta dei depositi dei clienti e l’erogazione dei prestiti. Per questo motivo, durante il regime dei tassi d’interesse prossimi allo zero dalla crisi finanziaria globale del 2008, attraverso le varie mini-crisi dell’eurozona, fino al 2021, l’attività di deposito principale delle banche europee è stata in gran parte in perdita. Tuttavia, con i tassi d’interesse dell’eurozona tornati al 4%, il modello core è tornato a essere redditizio. Infatti, il rendimento del capitale proprio del sistema bancario è più che raddoppiato. Inoltre, dopo un decennio e mezzo di riduzione della leva finanziaria in tutto il settore – la cui fine ha eliminato l’impulso deflazionistico – le banche sono, a nostro avviso, in ottima forma: ricche di depositi e, grazie a standard di prestito conservativi, con elevati accantonamenti per i crediti deteriorati. Tuttavia, dato che i portafogli prestiti mostrano pochi segni di sofferenze, riteniamo che le banche non avranno bisogno di fare molto di più in termini di accantonamenti. Pertanto, con bilanci solidi e una crescita dei prestiti a livelli sani, le banche sembrano destinate a continuare a generare grandi quantità di liquidità, e la maggior parte dell’eccedenza può essere restituita agli azionisti.