Esprime soddisfazione il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri il giorno dopo l’accordo in cui non si accenna agli Eurobond ma compare il MES tra gli strumenti da adottare a livello europeo per fronteggiare l’emergenza economica da Coronavirus.
“E’ stato un ottimo primo tempo, naturalmente adesso dobbiamo vincere la partita al Consiglio europeo” ha dichiarato il ministro nel corso della trasmissione ‘Uno Mattina’ in onda su Raiuno: “In Europa prevarrà la posizione che l’Italia sta coraggiosamente sostenendo. Già sta prevalendo: lo strumento Sure, approvato anche dalla Germania, si finanzierà con l’emissione di titoli comuni”.
Sembra un modo per indorare una pillola amara di un accordo che contiene il MES e non gli Eurobond, strumento privilegiato del quale l’Italia stava conducendo una battaglia definita “storica” dallo stesso premier Conte.
“Siamo vicini a spingere i Paesi ancora riluttanti ad accettare il fatto che anche questo fondo per la ripresa, per avere risorse necessarie, si finanzi emettendo bond. E’ un cambiamento di prospettiva molto significativo, è noto che ci sono Paesi che resistono a questa prospettiva, ma stiamo spiegando che non chiediamo una mutualizzazione del debito passato ma chiediamo che le risorse per una sfida comune debbano essere risorse comuni”, ha detto ancora Gualtieri.
Dunque l’Italia pensa in positivo in vista dei prossimi tavoli di confronto: “si è passati dal testo sul quale avevamo messo il veto e che conteneva come unica proposta il Mes con alcune condizioni” a un testo “con quattro strumenti. Sul tavolo abbiamo messo una proposta di un fondo per la ripresa finanziato con l’emissione di titoli comuni. Inoltre – ha continuato il ministro – è stato proposto un fondo Bei da 200 miliardi per sostenere la liquidità delle imprese e proposto il meccanismo Sure, che con 100 miliardi alimenterà la cassa integrazione nei Paesi europei”.
Ma tra gli strumenti il MES c’è e non ci sono gli eurobond, ma è un MES diverso dice Gualtieri perché “è stata eliminata ogni condizionalità sul Mes, per cui per i Paesi che lo vorranno ci sarà un’altra linea di liquidità pari al 2% del Pil, attivabile senza condizioni”.