Anche in provincia di Salerno siamo già all’emergenza migranti.
Dopo il rifiuto all’accoglienza del Sindaco di Cicerale, arriva puntuale anche quello del Sindaco di Auletta: “Li hanno mandati qui per ordine prefettizio, a nostra insaputa” dichiara il primo cittadino del comune del Vallo di Diano.
Non è possibile gestire così il fenomeno migratorio in provincia di Salerno come in Italia!!
Il PCI sostiene che le competenze sulla immigrazione, finora di pertinenza esclusiva del Ministero degli Interni e delle Prefetture, vadano estese agli Enti Locali per superare la logica repressiva sulla “Questione Sociale” dei migranti.
Il PCI ritiene necessario un incontro col prefetto sul tema degli edifici pubblici abbandonati e delle strutture confiscate alla camorra in provincia di Salerno; il monitoraggio di tali strutture consentirà la messa in comune di edifici per l’accoglienza dei migranti e di quanti possano trovarsi senza un tetto o per iniziative sociali e culturali.
Bisogna completamente superare la gestione privatistica dei migranti; il superamento del privato nella gestione dell’immigrazione vuol dire il superamento della logica emergenziale e del trattamento di esseri umani come merce di contrabbando o rifiuto speciale a seguito dell’opacità e della segretezza con cui si è gestito un “fenomeno” che va affrontato come “questione sociale”.
Il PCI ritiene i fenomeni migratori una Questione Sociale e come tale da affrontare e sostiene che le competenze sulla immigrazione, finora di pertinenza esclusiva del Ministero degli Interni e delle Prefetture, vadano estese agli Enti Locali per superare la logica repressiva sulla Questione Sociale dei migranti.
Il PCI ritiene non più procrastinabile:
l’organizzazione di un tavolo permanente in Prefettura, aperto, democratico e trasparente, sui temi dell’immigrazione
l’avvio con il tavolo organizzato in Prefettura di una inchiesta sulle condizioni di lavoro e di vita degli immigrati nella provincia
l’immediata disponibilità pubblica di strutture ed edifici confiscati alla camorra al fine di renderli beni comuni in uso per accoglienza immigrati e senza tetto
la sensibilizzazione delle Amministrazioni Locali a spingersi oltre il tabù del blocco delle assunzioni ed a richiedere la presa in carica di personale pubblico proprio tramite nuove assunzioni