Pescara, 20 luglio – Le imprese a conduzione straniera attive in Abruzzo sono 11.755, pari al 9,2% del totale delle attività regionali. Il dato colloca la regione al settimo posto della graduatoria nazionale. E’ quanto emerge da un approfondimento di Confartigianato Abruzzo su dati elaborati dal Centro studi dell’associazione nazionale.
A livello territoriale, è la provincia di Teramo quella con il più alto numero di imprese straniere: con 3.777 attività, pari al 12,2% del totale, è anche l’undicesima provincia d’Italia per incidenza di imprenditoria straniera. Seguono Pescara (3.317 imprese, 10,7%), Chieti (2.870, 7,1%) e L’Aquila (1.791, 7%).
Nella graduatoria, prima dell’Abruzzo, ci sono Emilia Romagna (10,5%), Lombardia (10,9%), Friuli Venezia Giulia (11%), Liguria (12,2%), Lazio (12,3%) e Toscana, in testa alla classifica nazionale con il 13%. Chiude la graduatoria la Basilicata, con il 3,3%.
In Italia, nel 2014, gli occupati stranieri sono 2.275.700, pari al 10,4% del totale degli occupati, quota più elevata rispetto al 7,1% della media Ue a 28; per quota di occupati stranieri l’Italia è seconda, tra i maggiori paesi Ue, dietro alla Spagna (10,7%) mentre è davanti a Regno Unito (9,7%), Germania (8,9%) e Francia (5,2%).
“I dati elaborati dal Centro studi – commenta il direttore di Confartigianato Abruzzo, Daniele Giangiulli – testimoniano come il ruolo assunto dagli imprenditori stranieri acquisisca via via una maggiore importanza: in Italia un lavoratore su dieci è straniero e in Abruzzo un’impresa su dieci è straniera. La crescita di tali imprese è dimostrazione di quanto stia cambiando il mondo produttivo abruzzese. Nel nostro territorio gli stranieri trovano non soltanto possibilità di sviluppo, ma anche cultura d’impresa ed una tradizione artigiana di qualità”.