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La sospensione della serie “Avetrana – Qui Non è Hollywood”: un precedente pericoloso per la libertà di espressione

ANICA e APA esprimono preoccupazione per la decisione del Tribunale di Taranto di bloccare la messa in onda della serie prodotta da Groenlandia e Disney.

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La sospensione cautelare della serie “Avetrana”

La recente decisione del Tribunale di Taranto di sospendere la messa in onda della serie televisiva “Avetrana – Qui Non è Hollywood“, prodotta da Groenlandia e Disney, ha suscitato un acceso dibattito. La serie, presentata al Festival del Cinema di Roma, racconta fatti di cronaca legati al contesto storico e geografico del caso Avetrana, senza esprimere opinioni o dubbi sulle sentenze giudiziarie.

Il diritto alla libertà di espressione in Italia

Chiara Sbarigia, Presidente di APA, ha espresso forte preoccupazione per questa sospensione, definendola una “grave lesione” della libertà di espressione, un principio costituzionalmente garantito. Secondo la Sbarigia, bloccare preventivamente un’opera audiovisiva ancora inedita rappresenta un attacco al diritto di raccontare la realtà attraverso le immagini e la narrazione. La libertà di espressione è un diritto fondamentale che permette agli artisti di esplorare e raccontare la realtà senza censure.

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Il blocco preventivo della serie, ancora inedita, appare come una grave lesione di quel principio di libertà di espressione
chiaramente tutelato anche a livello costituzionale e
che deve essere garantito al racconto audiovisivo italiano. Guardate le nostre serie, giudicatele, ma non chiedetegli di non esistere solo perché raccontano la realtà.
– Chiara Sbarigia

La storia del cinema e la cronaca reale

Benedetto Habib, Presidente dell’Unione Produttori di ANICA, ha ribadito che vietare riferimenti alla cronaca e alla realtà rappresenta un “precedente pericoloso” per il settore audiovisivo. Habib ha sottolineato come i film e le serie ispirati a fatti realmente accaduti siano una costante nella storia del cinema, e che ciò contribuisce a sviluppare il senso critico del pubblico. L’importante, secondo Habib, è mantenere il rispetto verso le comunità coinvolte, ma non si può chiedere di non raccontare ciò che è già di dominio pubblico.


“Obbligare le opere audiovisive a non fare riferimenti alla cronaca e alla realtà è un pericoloso precedente. I titoli basati su fatti realmente accaduti sono una costante della storia del cinema, indipendentemente dalle opinioni del pubblico o dei protagonisti sui fatti trattati, se si mantiene il rispetto verso le comunità coinvolte: esplorare la realtà aiuta a esercitare il senso critico dello spettatore. La libertà di espressione nel nostro paese è garantita dalla Costituzione, e la comunità dei produttori non vuole svegliarsi in un mondo dove questa libertà non è più agibile.” – Benedetto Habib

Il rischio per il futuro della narrazione audiovisiva

La comunità dei produttori teme che la sospensione di Avetrana – Qui Non è Hollywood possa essere il primo passo verso una restrizione sempre più severa della libertà creativa. Questa vicenda pone una domanda cruciale: fino a che punto si può limitare la libertà di raccontare la realtà senza minare uno dei diritti fondamentali garantiti dalla nostra Costituzione? ANICA e APA invitano il pubblico a giudicare le opere audiovisive per ciò che sono, senza bloccarne preventivamente l’esistenza.

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