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Le prospettive a lungo termine per il debito dei mercati emergenti sono ancora intatte?

Kirstie Spence, Portfolio Manager di Capital Group
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A cura di Kirstie Spence, Portfolio Manager di Capital Group

Il 2022 è stato un anno difficile per il reddito fisso in generale, compreso il debito dei mercati emergenti, in un contesto di inflazione elevata e aggressivi rialzi dei tassi ad opera delle banche centrali. Nonostante il possibile perdurare delle incertezze nel 2023, i rendimenti iniziali di oggi offrono un interessante punto di ingresso per gli investitori di lungo periodo.

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Per definizione, il debito dei mercati emergenti è un segmento rischioso del reddito fisso. Per questo la presenza di numerosi rischi a carico dei mercati emergenti non è uno sviluppo nuovo, bensì una situazione a cui siamo abituati e che siamo in grado di gestire.

Sebbene i mercati emergenti rimangano penalizzati dal contesto globale, i fondamentali macroeconomici relativamente robusti dei principali Paesi, a cui si aggiungono elevati rendimenti iniziali e tassi di cambio sottovalutati nell’ambito dei titoli in valuta locale, dovrebbero fornire un cuscinetto in caso di inasprimento della volatilità. È inoltre utile ricordare che nonostante l’attuale volatilità nei mercati possa apparire difficile da gestire, il debito dei ME si è evoluto fino a divenire un universo ampio e diversificato. Come avvenuto dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, gli investitori possono affrontare l’attuale volatilità nel settore bancario tramite una rotazione dei propri portafogli verso aree geografiche meno interessate.

Abbiamo una preferenza per le obbligazioni in valuta locale, su un orizzonte di 12-18 mesi. Se da un lato i rendimenti sui mercati locali riflettono le problematiche legate all’inflazione che stiamo affrontando su scala globale, molti mercati emergenti si sono mossi in anticipo e di conseguenza l’inflazione inizia a cedere. Alla fine, le banche centrali inizieranno ad allentare i tassi, il che probabilmente favorirà la performance. Al momento intravediamo il maggior valore nei Paesi dell’America Latina che hanno alzato i tassi di interesse in anticipo, come Brasile, Messico e Colombia. Questo ha aiutato a tenere sotto controllo l’inflazione e supportare i tassi di cambio. Inoltre, l’America Latina ha beneficiato dell’aumento dei prezzi delle materie prime ed è stata meno esposta alla guerra in Ucraina.

Un ulteriore vantaggio delle obbligazioni in valuta locale è che hanno un rating di credito superiore rispetto a quelle in valuta forte: il rating medio dei titoli di Stato in dollari dei mercati emergenti è BB+, mentre quello delle obbligazioni sovrane in valuta locale è BBB.  Per definizione, le obbligazioni in valuta locale devono avere un rating di credito superiore: per poter creare una propria fonte di finanziamento interna è necessario uno sviluppo istituzionale notevole, sia in termini di politiche delle banche centrali che di sistemi finanziari. E questo indica che il segmento locale del mercato tende a offrire una certa resilienza.

Come sono cambiati e cambieranno i mercati locali

Non è passato molto tempo da quando i mercati locali presentavano curve di rendimento molto brevi e accesso limitato unicamente ai Treasury bill. Nel tempo le curve dei rendimenti hanno raggiunto uno stadio più maturo, e questo ha permesso agli investitori attivi di generare valore tramite il posizionamento su diverse scadenze.

La capacità di un Paese di autofinanziarsi internamente è fondamentale per il suo sviluppo. I mercati obbligazionari in valuta locale sono il fondamento di un sistema finanziario solido in grado di supportare la crescita, nonché l’impiego e l’allocazione produttiva dei risparmi. I mercati obbligazionari in valuta locale possono supportare una politica monetaria efficace e fungere da importante fonte di informazione per i policymaker. Nel lungo termine, speriamo che un numero sempre crescente di Paesi acceda ai mercati locali.

Quando i Paesi sviluppano una curva delle obbligazioni nazionali consolidata, le emissioni dovrebbero gradualmente orientarsi verso i mercati in valuta locale, consentendo alle aziende di ampliare le loro fonti di finanziamento oltre le banche.

In precedenza, a causa della mancanza di liquidità nel mercato gli investitori non avevano possibilità di copertura. Ora le cose sono cambiate. La capacità di assumere posizioni di copertura valutaria caso per caso permette all’investitore di sfruttare gli apprezzamenti valutari, gestire l’esposizione e mitigare le potenziali svalutazioni. Questa evoluzione dovrebbe proseguire, grazie a una maggiore liquidità sul mercato.

Livelli del debito sovrano in Asia

Molti Paesi dei mercati emergenti asiatici hanno livelli di debito simili a quelli dei mercati sviluppati – circa il 75% del PIL. Pur trattandosi di livelli significativi, la crescita nella regione ha recuperato terreno, sostenuta dalla riapertura dell’economia cinese. Una crescita più solida dovrebbe ridimensionare il livello del debito tramite un gettito fiscale maggiore.

In Asia il pattern della spesa pubblica sta passando dal welfare alle infrastrutture, un’evoluzione positiva in termini di sviluppo. Un maggiore focus sulle infrastrutture dovrebbe favorire le aziende e dunque migliorare la posizione fiscale di un Paese grazie all’incremento delle entrate fiscali. L’India, ad esempio, è un’economia robusta trainata dai servizi, ma l’aumento delle spese in infrastrutture si sta ripercuotendo positivamente sul settore della tecnologia produttiva, favorendo la crescita a lungo termine.

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