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Monthly outlook – Riprendere fiato

Peter van der Welle, Strategist Multi Asset di Robeco
Peter van der Welle, Strategist Multi Asset di Robeco
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A cura di Peter van der Welle, Strategist Multi Asset di Robeco

Le azioni si sono mosse in un intervallo ristretto come non si vedeva dai tempi della bolla tecnologica del 2000 e della crisi di Covid del 2020, poiché i titoli delle mega-cap tecnologiche hanno generato di fatto la totalità dei rendimenti di mercato. Il tema dell’intelligenza artificiale, in particolare, ha stimolato l’immaginazione di molti, provocando un’impennata delle “big tech”. Tuttavia, gli indicatori economici continuano a segnalare che il mondo si trova in una fase avanzata del ciclo economico, che sfocerà probabilmente in una recessione nel 2024. Questo tipo di biforcazione può indurre gli investitori in errore. 

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Dall’inizio di quest’anno la performance relativa dei titoli tecnologici ha chiaramente sfidato la spinta al ribasso esercitata dall’aumento dei tassi di interesse reali. Inoltre, le grandi società tecnologiche statunitensi hanno persino sovraperformato l’S&P 500 Index, tecnologia esclusa, di ben il 50%. Se non fosse per questi colossi tecnologici, l’S&P 500 avrebbe guadagnato appena l’1% nello stesso periodo. È perfettamente possibile, come suggerisce la recente performance delle big tech, che l’IA metta le ali e inneschi profondi cambiamenti in tutti i settori economici. Se la rapida diffusione dell’IA si tradurrà in uno shock positivo dell’offerta, con un aumento della produttività e una graduale disinflazione, i titoli dell’S&P 500 non legati al settore tecnologico potrebbero presto seguire le orme dei colossi tecnologici.

Il forte slancio evidenziato dal mercato azionario grazie all’impulso derivante dall’AI potrebbe durare a lungo, ma nel nostro scenario rileviamo un deterioramento del quadro congiunturale, segno che ci troviamo in una fase avanzata del ciclo economico che in definitiva dovrebbe sfociare in una recessione nel 2024.

Vedere ciò che si vuole

Il forte slancio impresso ai mercati dal tema dell’AI ricorda gli uccelli bianchi della famosa litografia dei “Due uccelli” (1938) di M.C. Escher, riprodotta qui sotto. Gli uccelli bianchi catturano subito lo sguardo (e l’immaginazione), ma ad un’osservazione più attenta un uccello identico con un piumaggio notevolmente più scuro emerge simmetricamente dallo sfondo, volando nella direzione opposta. Oltre alla scarsa ampiezza della performance dell’S&P 500 dall’inizio di quest’anno, vi sono altre importanti biforcazioni nel contesto macroeconomico e di mercato.

Prendiamo ad esempio la divergenza tra i dati dei sondaggi sui consumatori/produttori in merito alla futura direzione dell’economia e i dati concreti (PIL, vendite al dettaglio, ecc.). I primi rivelano un clima di pessimismo dal quarto trimestre dello scorso anno, come mostra il noto indice ISM, che segnala costantemente una recessione del settore manifatturiero da sette mesi in qua. Sebbene tale indice rilevi di solito in maniera efficace le oscillazioni dell’attività economica, negli Stati Uniti l’economia nel suo complesso non accenna a indebolirsi, con il PIL in espansione negli ultimi due trimestri. Una tendenza analoga emerge dai dati macroeconomici europei, anche se l’Eurozona ha evitato a malapena una recessione dall’inizio di quest’anno.

Materie prime vs azioni

Un’altra biforcazione è visibile a livello di asset class. Le materie prime e le azioni sembrano dipingere un quadro discordante dell’economia globale. Questi asset rischiosi sono entrambi suscettibili ai punti di svolta del ciclo economico e sono di norma positivamente correlati, ma attualmente le materie prime sono interessate da una fase ribassista, con un calo del 10% da inizio anno, mentre l’MSCI AC World ha guadagnato il 7,9% nello stesso periodo. Un altro segnale di recessione inviato dalle materie prime proviene dal rapporto tra i prezzi di rame e oro (un indicatore della crescita ciclica) che ha evidenziato una tendenza al ribasso dall’inizio di quest’anno ed è ora chiaramente sfasato rispetto ai rendimenti obbligazionari reali a lungo termine e alla performance dei mercati azionari.

Segnali e rumore

A nostro avviso, l’attuale grado di biforcazione suggerisce che ci troviamo in una situazione di alto rumore in rapporto al segnale, in cui gli investitori ritengono di avere a disposizione prove sufficienti per attenersi alla propria tesi rialzista o ribassista, creando disallineamenti significativi tra le asset class. Come nella litografia di Escher, l’attuale contesto permette di vedere solo l’uccello che si desidera vedere, mentre l’altro scompare facilmente sullo sfondo. Questa scarsa ampiezza del mercato impone agli investitori multi-asset di fermarsi a prendere fiato per cogliere il quadro completo di ciò che sta accadendo.

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