Lo studio Piper ha mostrato che può essere semplice cambiare le cose, formando il personale dei PS italiani e dando peso a un elemento ancora trascurato del benessere dei bambini e delle loro famiglie
Matera, 14/10/2019 – La sola adesione allo studio PIPER (Pain In Pediatric Emergency Room), che voleva valutare la capacità di trattare il dolore pediatrico nei pronto soccorso italiani, ha portato nell’80% dei centri a un cambiamento significativo nel corretto uso di farmaci antidolorifici e a una maggiore sensibilità sulla tematica della gestione del dolore. Nell’89% dei centri si è dato avvio a percorsi formativi sul tema, nel 59% alla proposta e sviluppo di protocolli di gestione e nel 72% all’introduzione di nuovi strumenti per la misurazione del dolore. Ma ampi miglioramenti sono ancora possibili in questa area tanto importante per i bambini e le loro famiglie.
Franca Benini del Centro Veneto per la Terapia del Dolore e Cure Palliative Pediatriche dell’università di Padova, ha presentato a Matera, dove si è appena concluso XXXI Congresso Nazionale dell’Associazione Culturale Pediatri, tutti i risultati del gruppo di studio PIPER, che ha coinvolto 46 Pronto Soccorso in tutta Italia.
“Il 60% dei bambini che giungono in pronto soccorso presenta dolore come sintomo prioritario o di accompagnamento. Tuttavia il dolore dei bambini ancora troppo spesso non è preso in considerazione in maniera adeguata, peggiora la qualità della vita dei bambini, incrinando talvolta la relazione tra familiari e operatori”, ha spiegato Benini. Eppure negli ultimi anni sono stati fatti progressi importanti a livello clinico sia nella misurazione del dolore pediatrico, sia nella definizione di un adeguato approccio terapeutico, farmacologico e non.
Gli strumenti a disposizione sono insomma tanti ed efficaci, ma troppo spesso ancora ignorati.
Obiettivo dello studio PIPER era dare un aggiornamento sullo stato dell’arte della gestione del dolore pediatrico nei PS italiani, analizzando, attraverso un questionario, il livello e la qualità̀ dell’approccio terapeutico.
Dal 2009 numerosi esperti hanno portato formazione, informazione e messo a disposizione strumenti e best practices in 46 PS italiani. I centri coinvolti hanno avuto globalmente nel periodo considerato più di 900mila accessi in pronto soccorso. Il 74% dei centri misura il dolore in triage (infermiere) e di questi l’80% registra il dato algometrico raccolto in cartella clinica, dato che nei 2/3 dei casi è un sintomo sufficiente per assegnare un codice al triage. Il 56% dei medici misura sempre il dolore al momento della prima visita in pronto soccorso e il 28% lo rivaluta anche successivamente, per misurare l’efficacia della terapia impostata. L’adesione a PIPER ha comportato nell’80% dei centri un cambiamento significativo nel corretto utilizzo dei farmaci antidolorifici e una maggiore sensibilità alla tematica e attitudine alla gestione del dolore.
Nell’89% dei centri si è dato avvio a percorsi formativi sul tema, nel 59% alla proposta e sviluppo di protocolli di gestione e nel 72% all’introduzione di nuovi strumenti per la misurazione del dolore.
Le conclusioni dello studio sottolineano che la corretta gestione del dolore nel bambino nel setting dell’emergenza/urgenza rappresenta oggi un obiettivo ancora da raggiungere. Lo studio di nuove modalità organizzative, la formazione rivolta al personale sanitario, l’informazione rivolta all’utenza e la ricerca, rappresentano gli strumenti adeguati per determinare il cambiamento reale nella gestione del dolore nel bambino in pronto soccorso.