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Teatro Jesi. Presentata a Jesi al Teatro Pergolesi l’opera “Adelson e Salvini” di Bellini che inaugura la Stagione Lirica

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Presentato in conferenza stampa oggi a Jesi il nuovo allestimento di Adelson e Salvini di Vincenzo Bellini. L’opera inaugura la 49ª Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi di Jesi, venerdì 11 novembre alle ore 20,30 e domenica 13 novembre alle ore 16 (anteprima giovani mercoledì 9 novembre ore 16) con la direzione di José Miguel Perez Sierra e con la regia di Roberto Recchia.
Tra le iniziative “Intorno alla 49^ Stagione Lirica”, l’apertura della mostra fotografica ad ingresso libero “Foto senza fili” di Adriana Argalia presso la Pinacoteca Civica.

Jesi (AN), 9 novembre 2016 – Presentato oggi in conferenza stampa, alla presenza degli artisti, il titolo inaugurale della 49ª Stagione Lirica di Tradizione del Teatro G.B. Pergolesi di Jesi, Adelson e Salvini di Vincenzo Bellini, che debutta in un nuovo allestimento venerdì 11 novembre alle ore 20,30 e domenica 13 novembre alle ore 16. A parlare dell’opera, Luca Butini assessore alla cultura di Jesi, William Graziosi amministratore delegato della Fondazione Pergolesi Spontini, Vincenzo De Vivo direttore artistico della Stagione Lirica, e gli artisti di Adelson e Salvini con il direttore d’orchestra José Miguel Perez Sierra, il regista Roberto Recchia, lo scenografo Benito Leonori, la costumista Catherine Buyse Dian.
Il titolo, è stato detto in conferenza, sta attirando l’attenzione del pubblico e della critica internazionale: molti gli studiosi di musica e gli appassionati di Bellini che verranno al Teatro Pergolesi per assistere alla prima messa in scena di una nuova edizione critica della prima opera composta da Vincenzo Bellini. Per l’occasione, l’allestimento jesino sarà registrato in dvd dalla casa discografica Bongiovanni.

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Adelson e Salvini inaugura la 49ª Stagione Lirica di Tradizione del Teatro G.B. Pergolesi di Jesi, nell’ambito della Stagione Lirica unica “Opera Ancona Jesi”, con titoli del grande repertorio e preziose rarità musicali nei palcoscenici delle due città, sotto il comune tema “Amore, gelosia, tradimento, follia: ritratti di donna”.
Il dramma per musica in tre atti, adattato da un libretto di Andrea Leone Tottola, va in scena grazie ad una coproduzione tra Fondazione Pergolesi Spontini e Teatro Massimo “V. Bellini” di Catania. Lo spagnolo José Miguel Perez Sierra, una presenza consolidata in Italia, dal Rossini Opera Festival al San Carlo e al Verdi di Trieste, dirige a Jesi il titolo belliniano dopo aver diretto Donizetti a fine ottobre a Bilbao. La regia è di Roberto Recchia, che inaugurò il Pergolesi Spontini Festival 2005 con un indimenticabile Petit train de plaisir nel deposito delle locomotive di Falconara. Le scene sono di Benito Leonori, le luci di Alessandro Carletti; firma i costumi Catherine Buyse Dian, costumista impegnata in numerose produzioni internazionali tra cui la collaborazione con “The Young Pope” di Paolo Sorrentino.
Nella compagnia di canto, protagonisti sono Rodion Pogossov nel ruolo di Lord Adelson e Merto Sungu in quello di Salvini; l’orfana Nelly è Cecilia Molinari, giovanissima scoperta rossiniana al suo primo Bellini. Fanny è Sara Rocchi, Madama Rivers è Giovanna Lanza, Baurzhan Anderzhanov è Struley, Bonifacio è Clemente Antonio Daliotti e Geronio è Enrico Marchesini. L’Orchestra è la Sinfonica “G. Rossini”, il Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini” è diretto da Carlo Morganti.
L’opera è proposta nella versione originale, quella effettivamente eseguita a Napoli nel Carnevale 1825 e scritta dal giovanissimo compositore al termine dei suoi studi di conservatorio, con i dialoghi parlati ed il ruolo del basso buffo cantato in napoletano. L’edizione critica proposta, a cura di Casa Ricordi, rappresenta nella maniera più completa possibile lo stato attuale delle conoscenze intorno ad “Adelson e Salvini”, dopo il rinvenimento nel 2001 di fonti precedentemente sconosciute, emerse nel Fondo Mascarello della Biblioteca del Conservatorio di Milano, che hanno consentito di integrare le ridisegnare radicalmente ciò che si credeva di sapere sull’opera e di integrare le lacune di autografi e manoscritti già noti.
La vicenda è ambientata nel XVII secolo in un castello irlandese; al centro della trama, due amici (il nobile Adelson e l’artista Salvini) e l’amore per la stessa donna, l’orfana Nelly, tra colpi di scena, sotterfugi e rapimenti. Nella lettura registica di Roberto Recchia, “più che la specificità irlandese è rilevante che il protagonista, l’italiano Salvini, si trovi su un’isola, che circonda con il suo mare la prigione senza sbarre in cui si trova rinchiuso (volontariamente), ospite dell’amico Adelson. Molto forte nella partitura la presenza dell’Italia, grazie soprattutto al peso rilevante di Bonifacio Voccafrolla, che supera i limiti normalmente concessi al versante buffo nel genere semi-serio. E così in Adelson e Salvini finisce per esserci molta più Italia che Irlanda, come se il pittore e il suo amico napoletano, nella trasferta sull’isola, in valigia si fossero portato pasta, pommarola e cuccuma. Abbiamo quindi deciso di sfruttare questa contraddizione tra la connotazione forte dell’ambientazione e la contemporanea “genericità” di linguaggio drammaturgico e musicale per sottolineare gli altri due aspetti che emergono chiari dal libretto: la follia di Salvini e la sua professione di pittore. Follia tutta romantica e non certamente patologica in senso moderno: Salvini è discendente diretto di Werther, vittima di un’irrequietezza romanticamente giovanile e di un amore impossibile e convenzionale, e tenterà più volte il suicidio per sfuggire al suo demone. Questa “follia” si traduce, sulle tele di Salvini, in ritratti mai terminati, dove a mancare è sempre il volto dell’amata, al punto che l’insipida Fanny si sente autorizzata a credersi lei l’oggetto del desiderio dell’attraente italiano. L’Irlanda che vedremo in scena, a questo punto, è il frutto della fantasia del pittore: le grandi tele dipinte diventano fondali e quinte teatrali di una rappresentazione che probabilmente avviene nella fantasia del protagonista (in omaggio anche alla destinazione originaria dell’opera che Bellini scrisse per il Conservatorio come saggio finale e quindi rappresentata, si suppone, con mezzi teatrali limitati). Con Benito Leonori e Catherine Catherine Buyse Dian abbiamo cercato di portare questi due aspetti – pittura e follia – all’estremo: come modello pittorico abbiamo scelto quello di William Etty, pittore inglese attivo negli anni belliniani, che con la sua ossessione per il nudo e con le sue tele sovente non terminate ci sembrava ben tradurre il tormento folle di Salvini. E anche nello stile dei costumi, l’intento è quello di restituire tutti gli altri personaggi come emanazioni del pennello del pittore: di foggia ottocentesca ma realizzati con tela grezza, sui quali la pittura interviene a definire le forme e i dettagli, anche questi non terminati, in un work in progress che vuole definire l’incubo irrazionale in cui si è rinchiuso il protagonista”.

Tra le iniziative “Intorno alla 49^ Stagione Lirica del Teatro Pergolesi”, oltre alle Guide all’ascolto ed il “libretto in 30 minuti” a cura di Elena Cervigni al Teatro Pergolesi, e alle conversazioni con aperitivo a tema “Happy Opera” nei locali del centro, da segnalare che mercoledì 9 novembre inaugura a Jesi – alle ore 18,30, presso Pinacoteca Civica (Galleria degli Stucchi di Palazzo Pianetti) – la mostra fotografica ad ingresso libero “Foto senza fili” di Adriana Argalia. A due anni dalla presentazione pubblica del catalogo Libràrsi, l’artista jesina torna a proporre un poetico racconto per immagini, ispirata dai protagonisti del SocialOpera, un articolato percorso intorno al melodramma proposto dalla Fondazione Pergolesi Spontini al mondo delle scuole, della disabilità e del disagio sociale. La mostra sarà inaugurata alla presenza dell’Artista e delle autorità cittadine, e resterà aperta fino al 4 dicembre a Palazzo Pianetti (da martedì a domenica 10- 13 e 16 – 19) per spostarsi poi dal 7 dicembre al 4 gennaio nella Biblioteca La Fornace – Tunnel eFFeMMe23 di Moie di Maiolati Spontini. La mostra è realizzata dalla Fondazione Pergolesi Spontini in collaborazione con Comune di Jesi (Assessorato alla Cultura, Assessorato ai Servizi Sociali, Pinacoteca civica), e Comune di Maiolati Spontini (Assessorato alla Cultura, Assessorato ai Servizi Sociali, Biblioteca La Fornace.

Dopo “Adelson e Salvini”, la Stagione Lirica di Jesi prosegue sabato 19 novembre alle ore 21 al Teatro Moriconi di Jesi la Stagione Lirica di Jesi prosegue con Ester, liberatrice del popolo Ebreo, oratorio in due parti a cinque voci, su testo di Lelio Orsini e con musiche di Alessandro Stradella. Andrea De Carlo dirige l’Ensemble Stradella Y-Project, i costumi sono di Isabella Chiappara Soria, cantano Claudia Di Carlo (Ester), Maria Sardaryan (Speranza celeste), Stefano Guadagnini (Mardocheo), Valentino Mazzuca (Amano), Jean Baptiste Mouret (Assuero).
Personaggio affascinante, Stradella è il Caravaggio della musica, la cui vita avventurosa e romanzesca si conclude bruscamente a Genova per mano di un sicario nel 1683. Composto e rappresentato a Roma prima del 1677, Ester è uno del sei oratori di Stradella che ci sono pervenuti, e come La Susanna è basato una storia del Vecchio Testamento. L’oratorio viene rappresentato nel quadro dello Stradella Y-Project, che si propone di avvicinare giovani cantanti e strumentisti alla musica del grande compositore di Nepi. Per questa occasione la Fondazione Pergolesi Spontini collabora con il Conservatorio A. Casella de L’Aquila, Centro di Musica Antica della Pietà dei Turchini di Napoli, Accademia d’Arte Lirica di Osimo, Festival Internazionale Alessandro Stradella di Nepi, Festival Grandezze & Meraviglie di Modena, Società di Concerti Barattelli di L’Aquila, Accademia di Belle Arti di Roma, Oratorio del Gonfalone di Roma.

Venerdì 2 dicembre alle ore 20,30 e domenica 4 dicembre alle ore 16 con anteprima giovani mercoledì 30 novembre alle ore 16, va in scena il dittico Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni e Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, in un nuovo allestimento della Fondazione Pergolesi Spontini in coproduzione con Opéra-Théâtre de Metz Métropole e Opéra de Toulon. Lo spagnolo Daniel Martinez Gil de Tejada dirige per la prima volta in Italia, dopo il suo debutto al Liceo di Barcellona; la regia è del francese Paul-Émile Fourny, le scene sono curate da Benito Leonori e i costumi da Giovanna Fiorentini. Nella compagnia di canto di Cavalleria rusticana, Norma Fantini canta Santuzza, il rumeno Alin Stoica che debutta in Italia come Turiddu, Fabian Veloz è Alfio, Giovanna Lanza canta Lucia, Cristina Alunno è Lola.
Per Pagliacci, protagonisti sono Maria Teresa Leva che debutta Nedda, ed il russo Ilia Govzich che canta il suo primo Canio; Tonio è Fabian Veloz, Silvio è Modestas Sedlevicius, Beppe è Christian Collia. Suona l’Orchestra Sinfonica “G. Rossini”, il Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini” è diretto da Carlo Morganti.

La prima esecuzione in epoca moderna del dramma giocoso in due atti La scuola de’ gelosi di Antonio Salieri su libretto di Caterino Mazzolà, nella versione viennese del 1783 rimaneggiata da Lorenzo Da Ponte, va in scena al Teatro Pergolesi venerdì 13 gennaio alle ore 20,30 con replica domenica 15 gennaio alle ore 16 e anteprima giovani mercoledì 11 gennaio alle ore 16. L’opera viene proposta nella versione di Vienna messa in scena per Teatro Imperiale nell’aprile 1783, con la trascrizione dal manoscritto autografo a cura di Jacopo Cacco e Giovanni Battista Rigon. La direzione è di Giovanni Battista Rigon sul podio de I Virtuosi Italiani, la regia di Italo Nunziata, le scene di Andrea Belli, i costumi di Valeria Donata Bettella, le luci di Marco Giusti. In scena un cast di giovani interpreti con i Solisti dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino: Patrick Kabongo (Conte), Francesca Longari (Contessa Bandiera), Benjamin Cho (Blasio), Eleonora Bellocci (Ernestina), Qianming Dou (Lumaca), Ana Pitts (Carlotta), Manuel Amati (Il Tenente).
Lo spettacolo realizzato su iniziativa di Fondazione Culturale Antonio Salieri di Legnago con l’adesione di Fondazione Teatri delle Dolomiti di Belluno, è un nuovo allestimento in coproduzione tra Fondazione Pergolesi Spontini, Teatro Ristori di Verona, Deputazione Teatrale Teatro Marrucino di Chieti, Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, con la partecipazione di Accademia del Maggio Musicale Fiorentino ed il sostegno di Fondazione Cariverona.

Sabato 14 gennaio alle ore 21, al Teatro Moriconi di Jesi, I Virtuosi Italiani diretti da Alberto Martini, ed il soprano Valeria Esposito sono i protagonisti del concerto “Per la recuperata salute di Ofelia. Mozart vs Salieri”, una coproduzione tra Fondazione Pergolesi Spontini, Fondazione Culturale Antonio Salieri di Legnago e Teatro Ristori di Verona. In programma, le pagine della cantata Per la recuperata salute di Ofelia riscoperte qualche mese fa nella Biblioteca di Praga, con musiche di Wolfgang Amadeus Mozart e Antonio Salieri scritte per una grande interprete mozartiana, Nancy Storace, incluse in una nuova composizione del compositore aquilano Marco Taralli, in prima esecuzione assoluta, che intona il testo di Lorenzo Da Ponte. Il concerto è dedicato alla memoria del giornalista Alberto Pierucci, spettatore appassionato ed amico del Teatro di Jesi.

La Traviata di Giuseppe Vedi andrà in scena venerdì 3 febbraio 2017 alle ore 20.30 e domenica 5 febbraio alle ore 16 (anteprima giovani il 1 febbraio ore 16), in un nuovo allestimento della Fondazione Pergolesi Spontini con la direzione di Giuseppe Montesano sul podio dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini. La regia è dell’italo francese Franco Dragone – creatore di eventi conosciuti in tutto il mondo tra cui le regie per il Cirque du Soleil, e la cerimonia di inaugurazione dei Mondiali di Calcio del Brasile del 2014 – che torna a Jesi dopo aver firmato, lo scorso settembre, l’inaugurazione del XVI Festival Pergolesi Spontini, in una grande festa teatrale seguita da 2500 persone. Violetta Valéry è interpretata dal giovane soprano georgiano Salome Jicia, che questa estate ha riscosso un grandissimo successo di pubblica e di critica nella Donna del lago al Rossini Opera Festival. Nel ruolo di Alfredo Germont è il tenore romeno Florin Guzgă, Giorgio Germont è Giovanni Meoni, Flora Bervoix è Mariangela Marini, Annina è Teresa Stagno, Gastone Visconte di Létorières è Riccardo Gatto, Il barone Douphol è Omar Kamata, Il marchese d’Obigny è Cuneyt Unsal, Il dottor Grenvil è Enrico Marchesini.

La 49ª Stagione Lirica di Tradizione del Teatro G.B. Pergolesi di Jesi, è organizzata dalla Fondazione Pergolesi Spontini – presidente Massimo Bacci, amministratore delegato William Graziosi, direttore artistico Vincenzo De Vivo – con il sostegno di Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo, e della Regione Marche / Soci Fondatori Comune di Jesi, Comune di Maiolati Spontini / Partecipanti Aderenti Comune di Monsano, Comune di Montecarotto, Comune di San Marcello / Partecipante Sostenitore Camera di Commercio di Ancona / Fondatori Sostenitori Art Venture: Gruppo Pieralisi, Leo Burnett, Moncaro, New Holland-Gruppo Fiat, Starcom Italia / Charity partner Medici Senza Frontiere / Sponsor tecnico Santarelli & Partners / Sponsor principale Nuova Banca Marche.

Biglietti da 15 a 70 euro.

INFO
www.operanconajesi.it
www.fondazionepergolesispontini.com
Biglietteria Teatro Pergolesi tel. 0731. 206888
Fondazione Pergolesi Spontini Tel. 0731.202944

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